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Blitz al bordello cinese Pensionati tra i clienti

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.L'altro ieri i poliziotti della Squadra Mobile di Vittorio Rizzi ne hanno scoperto uno dove due ragazze cinesi accoglievano solo clienti "made in Italy". Era all'Aurelio, in ex magazzino seminterrato trasformato in alcova. Le due ragazze, di 24 e 30 anni, accoglievano clienti dalle 11 del mattino alle 19. Ed era frequentatissimo. Dal professionista in pensione di 70 anni, all'operaio. I giovani sono clienti rari. A ben vedere, le ragazze dagli occhi a mandorla piacciono piuttosto a maschietti italiani avanti con gli anni. Agli investigatori della sezione «Criminalità straniera», diretta da Maurilio Grasso, le due hanno detto che si trovano in Italia da poco tempo, partite da Pechino e arrivate Roma passando per la Francia. All'Aurelio avevano trovato il monolocale di proprietà di un romano, con letto matrimoniale, bagno e cucinino. Costo: 600 euro al mese. Le due ci mettevano poco a coprire le spese. Lavoravano a turno. Le loro tariffe andavano dai 30 ai 50 euro, sapendo bene le regole non scritte che esistitono nel giro della prostituzione: i cinesi non amano frequentare lucciole orientali che vanno anche con gli italiani. Vogliono il sesso a pagamento esclusivo. E di solito le ragazze che vanno coi cinesi sono più carine rispetto a quelle che si offrono agli italiani. Anche se il rapporto dei bordelli favorisce questi ultimi: per ogni casa chiusa riservata ai cinesi ce ne sono cinque aperte solo agli italiani. La regola è così ferrea che se un romano risponde a un annuncio di un bordello riservato a cinesi, la ragazza che risponde come sente che si tratta di un italiano mette giù la cornetta. Il locale all'Aurelio è stato sequestrato. Il propritario dovrà rispondere di violazione della destinazione d'uso.

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