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Carta ittica Voti ai fiumi provinciali

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Cheinvece può consolarsi con l'Aniene, il cui alto tratto risulta il miglior ecosistema fluviale dell'hinterland capitolino. Queste sono le risultanze della «Carta Ittica» della Provincia di Roma, il nuovo strumento scientifico per la gestione e la conservazione delle acque correnti superficiali di cui si è dotato Palazzo Valentini. A presentare il documento, commissionato al dipartimento di Biologia dell'Università di Tor Vergata di Roma, è stato ieri l'assessore alle Politiche dell'agricoltura, Aurelio Lo Fazio. «È un importante strumento di programmazione - ha detto - ma anche un documento scientifico che servirà anche al mondo sportivo e professionale della pesca». Nel volume sono state campionate 30 specie autoctone e 14 che provengono da altri territori. Pesci però letteralmente «fuor d'acqua» nel fiume Sacco. «Nel tratto da Colleferro a Segni il pessimo stato ambientale è confermato dall'assenza di fauna ittica» ha detto Lorenzo Tancioni, professore di Ecologia delle acque interne dell'Università di Tor Vergata. Secondo il quale, invece, «la parte alta del fiume Aniene ed un suo affluente, il Simbrivio, risultano gli ecosistemi conservati meglio». Discorso a parte per il Tevere che, «essendo un fiume di pianura è alterato soprattutto dal punto di vista idromorfologico per la presenza di argini artificiali e sbarramenti che impediscono il deflusso naturale, come nel tratto di Castel Giubileo», ha spiegato il docente. E proprio gli sbarramenti sono la causa dell'estinzione della lampreda.

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