Strisce blu e bianche, automobilisti nel caos
C'è chi non si cura del colore. Chi ancora non sa quanto tempo è possibile sostare senza l'obbligo del pagamento. Chi non conosce affatto i costi relativi alle diverse fasce orarie. Strisce bianche e blu: c'è confusione per le strade di Roma sulla sosta tariffata. Un piano che nelle intenzioni del Comune doveva semplificare la vita agli automobilisti e liberare una percentuale rilevante di posti auto, dopo 6 mesi sembra aver ottenuto l'effetto contrario. Basta farsi un giro davanti agli ospedali. Lì, secondo le disposizioni del Campidoglio le strisce devono essere obbligatoriamente bianche, con una sosta massima di tre ore chiaramente identificabile dal disco orario sul cruscotto. Eppure quasi nessuno lo espone, o chi lo fa non rispetta i limiti di tempo. Tanto a controllare non passa nessuno. Alle 12 di ieri mattina, sul lato delle Mura Aureliane di fronte all'ingresso del pronto soccorso del Policlinico Umberto I, c'erano 58 auto parcheggiate sulla stessa fila. Su 28 non c'era traccia di disco orario, su di una era esposto il pass per gli invalidi. Su 29 vetture il disco c'era, ma con molti distinguo. Qualcuno indicava come orario di arrivo le 14 (due ore dopo); qualcun altro addirittura le 7 o le 8 di sera; parecchi, posizionati alle 8 di mattina, erano ormai scaduti. Qualche automobilista più ingegnoso ha addirittura scritto l'orario su un post it giallo, qualcun altro su un foglietto: «Si è rotto il disco e ricomprarlo non è certo una mia priorità – spiega un guidatore – Non ho mai preso una multa per aver scritto l'orario sul foglio: non so se è stata solo questione di fortuna». C'è poi chi non si sente in torto a lasciare l'auto sulle strisce bianche senza indicazioni: «Da questo lato la segnaletica manca, così anche dall'ingresso del pronto soccorso di Ostetricia. Se mi fanno la multa la contesto». Ma i posti auto non bastano mai: si moltiplicano macchine in divieto di sosta, ferme a metà sui marciapiedi o nelle aree delle fermate dell'autobus. A piazzale Aldo Moro, poi, vicino all'università La Sapienza, i cartelli che indicano la sosta sono ancora coperti dalla plastica nera come nel periodo in cui il pagamento era stato bloccato dal Campidoglio: nell'incertezza qualcuno paga, qualcun altro no. Sconosciute a molti le modalità di pagamento diverse dal tradizionale euro per un'ora: per le frazioni inferiori c'è sempre la doppia fila. «Le nuove regole – accusa Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio – hanno certamente contribuito a peggiorare il traffico nella Capitale: ora per i residenti è impossibile trovare parcheggio e ci si sta convincendo che anche nelle aree più centrali e di pregio si possa andare in automobile».