Giallo sullo schianto del Cessna 650 Anche l'Ansv preme sulla Procura

Gli investigatori dell'Agenzia si mobilitarono subito per accertare le cause dell'incidente aereo avvenuto dieci minuti dopo il decollo, in cui morirono il comandante Luigi Lanza e il copilota Valerio Simeone, dell'AirOne Executive, della famiglia Toto. Sono passati i mesi e ancora è buio. Fonti interne all'Ansv fanno sapere che più volte hanno sollecitato la procura di Roma a fornire i dettagli di quella sciagura. Ma non sono mai arrivati. La prima richiesta è del 19 febbraio. Scriveva l'Agenzia: «Non si conosce l'effettivo stato di deterioramento dei registratori (2 scatole nere, ndr), e non risulta che sia stata effettuata la lettura dei dati». La seconda è del 4 marzo: «L'Ansv non dispone ancora dei dati contenuti nei due registratori di bordo del suddetto aeromobile, in quanto nella esclusiva disponibilità della competente autorità giudiziaria». I tecnici si aspettavano che la magistratura in tempi brevi fornisse una versione, privilegiando la pista dell'errore umano o il guasto tecnico. Soprattutto per rassicurare il personale navigante che ogni giorno si mette alla cloche di un Cessna 650. Ma ancora è mistero. La tragedia di Trigoria ha messo in agitazione anche la Federazione internazionale dei piloti (Ifalpa), che in comunicato ha criticato le scarse notizie sull'incidente. Le ultime notizie non tranquillizzano. Il legale della famiglia Simeone, l'avvocato Andrea Mannino, ha rivelato che le scatole nere sono state spedite a Londra, poi sono rientrate in Italia per l'apertura e la lettura dei dati. Un'operazione però che sarebbe stata eseguita malamente, compromettendo le registrazioni, soprattutto della scatola nera contenente le comunicazioni di bordo. Inoltre pare che il primo perito, Mario Pica, nominato dal magistrato, si sia dimesso e al suo posto sia subentrato l'ingegner Giampiero Manfante. Il giallo del Cessna 650 continua.