Al via il processo a don Ruggero Conti
Con la costituzione delle parti civili è iniziato il processo a don a Don Ruggero Conti, già titolare della parrocchia Natività di Maria Santissima, arrestato nel giugno scorso perché accusato di aver abusato di alcuni minorenni. Un processo che si sta celebrando in un'aula gremita di persone, adulti e giovani, parrocchiani venuti in tribunale per sostenere il sacerdote. Presenti in aula anche alcuni dei ragazzi che hanno accusato il prete di avere compiuto abusi nei loro confronti. «Don Ruggero ti vogliamo bene», questo quanto scritto in rosso su alcune magliette bianche che i sostenitori del prete avrebbero voluto indossare ma che non gli è stato permesso. Così come non è stato permesso ad un gruppo di minorenni di assistere all'udienza proprio in relazione alla loro giovane età. Dopo due ore di camera di consiglio il collegio della VI sezione del tribunale penale, presieduto da Luciano Pugliese, ha accolto la costituzione di parte civile del Comune di Roma, di alcune delle presunte giovani vittime, dell'onlus la Caramella Buona, nonché di Mario Staderini, del partito dei radicali. Presente in aula anche lo stesso don Ruggero, ancora detenuto in carcere dove è tornato su disposizione del gip Carmine Castaldo sulla base del decreto emesso dal governo in materia di sicurezza il 18 marzo scorso anche alla luce del 'nò del gip alla scarcerazione dello stesso sacerdote all'esito di una perizia che aveva giudicato le sue condizioni di salute non incompatibili con il carcere. Il 16 settembre precedente gli erano stati concessi gli arresti domiciliari. Inizialmente, il 30 giugno scorso, era finito in carcere, mentre stava organizzando con l'oratorio il viaggio per partecipare alla Giornata Mondiale della Gioventù di Sidney che si è tenuta dal 12 al 21 luglio 2008. Secondo l'accusa, il sacerdote negli ultimi dieci anni avrebbe ripetutamente abusato di giovani affidati alle sue cure, tra l'altro, nell'oratorio e nei campeggi estivi. Nel corso delle indagini successive all'emissione della misura cautelare sarebbero emersi altri casi di abusi che risalirebbero fino a venticinque anni fa e che si sarebbero svolti a Legnano quando ancora non era stato ordinato sacerdote e insegnava educazione sessuale. Fatti ormai prescritti e per i quali la procura non potrà quindi procedere, ma le presunte vittime saranno comunque citate come testimoni nel caso di un eventuale processo. Il parroco ha sempre respinto le accuse contestategli. Sono sette gli episodi di abuso imputati al sacerdote, tutti coinvolgono minori di sesso maschile; di questi, in due casi il prete avrebbe anche indotto i ragazzi a «compiere e/o subire gli atti sessuali in cambio di denaro e di altra utilità, in genere capi d'abbigliamento». Secondo la ricostruzione dell'accusa i fatti si sono svolti tra il 1998 e il maggio del 2008. Il sacerdote, stando al capo d'imputazione, per compiere gli abusi avrebbe approfittato dei situazioni di 'debolezzà o di difficoltà familiare in cui si trovavano i piccoli. In un caso un minore era stato affidato al prete dalla madre, in difficoltà economiche, perché si prendesse cura del figlio e lo aiutasse a superare i problemi dovuti alla perdita del padre. E proprio in questo caso il sacerdote avrebbe abusato del minore per circa quaranta volte in cambio di danaro (dai dieci ai trenta euro per ogni singola prestazione) o di abiti. Anche nel secondo caso in cui il pm contesta il reato di prostituzione minorile il prete avrebbe indotto un ragazzo a subire atti sessuali in cambio di denaro (dai dieci ai cinquanta euro) per circa quattro o cinque volte al mese, invitandolo anche a fermarsi di notte nella sua abitazione. Secondo l'accusa, inoltre, il prete avrebbe abusato di un altro minore, approfittando dei momenti che passavano da soli con la scusa di impartirgli gratuitamente lezioni private attinenti alla preparazione al primo anno scolastico dell'istituto professionale per geometri. In un altro caso, infine, le violenze sarebbero avvenute dopo che il prete aveva invitato il ragazzino nella sua abitazione, in seguito ad un litigio che il minore aveva avuto con un giovane che frequentava la parrocchia e terminato con lesioni evidenti. In due episodi le violenze sarebbero avvenute anche durante i campi estivi organizzati dal prete a Santa Caterina Valfurva (Sondrio) o in Trentino, tra l'altro, mentre gli altri partecipanti al campo erano a fare un'escursione.