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Bulle a scuola, 7 denunce

Bullismo al femminile, il fenomeno è in crescita

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{{IMG_SX}}Sette bulle terribili, sei di 17 anni e una sola maggiorenne, di 19. Sarebbero state maschiacce, capaci di picchiare, impaurire, trasformare in incubo la vita di tre ragazze loro compagne di scuola a Colli Aniene. Dopo mesi di indagini la gang in rosa è stata denunciata dai poliziotti del commissariato San Basilio, diretto da Giuseppe Pianese e finite sotto inchiesta dalle procure per i minori e ordinaria. La squadra di polizia giudiziaria ha raccolto gli sfoghi delle vittime, una dopo l'altra. Da gennaio a oggi, l'ultima ha appena compiuto 18 anni. I reati sono violenza privata e lesioni gravi: si parla di bruciature di capelli in classe (minacciate con l'accendino), sfregi alla bocca (un pugno sul labbro con una prognosi di 40 giorni) e una pressione psicologica che avrebbe costretto le tre a lasciare scuola. Siamo all'Istituto di formazione professionale Ial, della Cisl, in via Bardanzellu 8. Qui si formano «operatori per l'estetica e il benessere». Ci sono corsi biennali (dai 16 ai 18 anni) e triennali (dai 14 in su). Secondo le denunce, le propotenze cominciano lo scorso anno scolastico, in primavera. Alice (il nome è di fantasia) viene presa di mira da quattro ragazze della sua sezione. Le bulle le tirano i capelli, minacciano di incendiarli con l'accendino, le danno gli scappellotti, le dicono di stare zitta e di non fiatare. Via Internet, su messenger, le bulle si fingono altre persone, le dicono di volerla incontrare per farle la festa. Insomma, la terrorizzano al punto che la ragazza quando entra in classe trema e non riesce a concentrarsi, a seguire le lezioni. La mamma si accorge che le cose non vanno. Peraltro Alice vive un periodo non facile: i genitori si sono separati da poco, avrebbe bisogno di amicizia e non di prepotenze. L'unica amica che ha in quella classe è una ragazza più grande di lei di un anno, Azzurra (pure questo è un nome di fantasia): è siciliana, vive con la madre e una sorella ed è orfana di padre. Anche Azzurra è nel mirino delle pupe terribili, subendo stesse molestie e minacce. A marzo la madre di Alice prende carta e penna e scrive al direttore della scuola, Francesco Lucchi, una lettera nella quale ricapitola le quotidiane torture che subirebbe la figlia, il clima che si respira in quella sezione, invitando la direzione a prendere provvedimenti. Le cose non cambiano subito. Bisogna aspettare giugno. Il 16 del mese a scuola il direttore riunisce la madre di Alice, due genitori delle presunte bulle e tre insegnanti. Il chiarimento porta al cambio di sezione per Alice: il prossimo anno sarà in un'altra classe. A lezioni cominciate anche Azzurra vuole cambiare sezione e raggiungere la sua amica Alice. La scuola vuole una richiesta scritta: l'anno è cominciato e serve una buona ragne per essere spostati. Alla fine lo Ial accontenta Azzurra. Ma le cose non vanno neppure nella nuova sezione. Anzi, il 13 gennaio succede il fattaccio. Azzurra ha un fidanzato molto più grande di lei, di 40. Una delle presunte bulle la sfotte, ed esagera. «Stai con quel bastardo di 40 anni». Azzurra: «Sì, bastardo come tuo padre». E partono le botte. Azzurra subisca una ferita al labbro suturata con tre punti, e poi altre complicazioni, per un totale di 40 giorni di prognosi.

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