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Ancora un allarme bomba in Prefettura

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Èil quarto negli ultimi due mesi, uno ogni 15 giorni di media. Ad opera di una voce anonima, di sesso maschile, che si divertirebbe a diffondere il panico tra le centinaia di impiegati che lavorano in quegli uffici e altrettante persone che li affollano ogni giorno. Questa volta, però, la polizia, da quanto si apprende, avrebbe individuato l'area di Roma da dove partono quelle telefonate effettuate, sembra, da una cabina telefonica. Intanto anche ieri verso le 10,30 le sirene di allarme sono risuonate nello stabile di via Ostiense. E come ogni volta si è ripetuta la stessa scena: dipendenti allontanati in fretta e furia, gente a cui è stato impedito l'accesso, arrivo di carabinieri e artificieri. Il palazzo è stato fatto evacuare anche se in realtà alcuni dipendenti hanno continuato a lavorare alle loro scrivanie rifiutandosi di scendere in strada. Controllati tutti i piani e verificato che non ci fossero tracce di bombe l'allarme è rientrato e il lavoro è ripreso per tutti. In quell'ora e mezza, tuttavia, si sono fermati gli uffici pubblici e privati con un danno non di poco conto. «In un'ora – spiega una dipendente dell'Atac – riusciamo a smaltire diverse pratiche e visto il numero sempre alto di utenti che si rivolgono a questo ufficio, capisce bene il disservizio che un allarme bomba può comportare». Per strada le solite lamentele ma anche qualche battuta ironica: «Almeno fosse venerdì pomeriggio – commenta un altro dipendente – ci saremmo allungati il weekend, di mercoledì mattina invece è solo una perdita di tempo». Una battuta che trae però spunto dalla realtà. I precedenti allarmi bomba per via Ostiense sono infatti arrivati proprio il venerdì tanto che qualcuno all'inizio ipotizzava che fossero opera di un dipendente desideroso di concedersi un po' di riposo in più settimanale.

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