Metrò C, già pronti sette chilometri
{{IMG_SX}}Scavano e allo stesso tempo costruiscono le gallerie al ritmo di quasi un chilometro al mese. In un anno, togliendo i primi due mesi di «rodaggio», l'innovativo sistema delle talpe meccaniche ha realizzato sette chilometri di gallerie nel tratto della metropolitana linea C, Giardinetti-San Giovanni. «Si procede oltre la tempistica prefissata», ha detto l'assessore alla mobilità del Comune Sergio Marchi che ieri ha illustrato lo stato di avanzamento dei lavori insieme ai vertici di Roma Metropolitane, grazie anche alle ottime condizioni del terreno, per quella che diventerà, a realizzazione completa, la più grande (e complessa perché attraversa il centro storico e sottopassa il Tevere) infrastruttura di trasporto pubblico d'Italia, totalmente automatizzata e con stazioni servite da parcheggi di scambio. Lunga 25,5 chilometri, di cui quasi 18 in sotterranea, che collegano la città da nord-ovest a sud-est, da piazzale Clodio a Pantano-Montecompatri, più altri 9, in fase di progettazione preliminare, da Clodio a Grottarossa, per un totale di 34,5 chilometri (oggi sono 36,5 i chilometri di metropolitana complessivi). Continuando a questa velocità per l'autunno 2011 sarà inaugurata la prima tratta Centocelle-Pantano, nel 2012 Lodi-Pantano e nel 2013 San Giovanni-Pantano. Nel frattempo si stanno studiando alcune variazioni del progetto: in particolare lo spostamento del capolinea del tracciato fondamentale da Clodio-Mazzini alla stazione Farnesina e l'estensione del prolungamento nord oltre Grottarossa, fino ad arrivare a ridosso dell'Ospedale Sant'Andrea, attualmente mal collegato con il resto della città. Questa importante opera infrastrutturale, che insieme alla B1 e alla futura Linea D in gara entro l'anno prossimo permetterà di porre Roma al passo con le altre metropoli europee, la sta realizzando la società Metro C scpa, la stessa che ha aperto ieri le porte del cantiere dove si stanno realizzando i primi chilometri di galleria della tratta Giardinetti-San Giovanni. Vedere da vicino il funzionamento di una delle due talpe attualmente all'opera (tra poco diventeranno quattro), fa una certa impressione. Quasi 100 metri la lunghezza della Tbm o meglio conosciuta come «talpa» che con un sofisticato sistema tecnologico munito di radar scava il tunnel e allo stesso tempo costruisce le gallerie definitive pronte per l'armamento ferroviario. L'uomo c'è e sorveglia attentamente ogni fase, ma il sistema è automatizzato e ha «in testa» uno scudo fresante di 6,70 metri di diametro che avanza alla velocità media di 8/12 metri al giorno con punte di 20, e può lavorare 24 ore su 24 per sette giorni alla settimana. Oltre alle gallerie si sta procedendo allo scavo delle prime 11 stazioni sotterranee che saranno dotate di telecamere di sorveglianza, altoparlanti e sistema wi-fi per la ricezione dati per la telefonia. Per la stazione «Malatesta» è prevista anche una soluzione «pilota» basata sull'uso della tecnologia fotovoltaica per contenere le spese energetiche. A proposito di stazioni, Marchi ha assicurato che «insieme a loro nasceranno i parcheggi che andranno da duecento a mille posti, in modo da permettere il facile raggiungimento degli utenti». I treni su questa linea, invece, non avranno macchinista a bordo e saranno guidati da un sistema di automazione integrale, lo stesso che si sta valutando possa essere esteso, a detta dell'assessore, anche per le altre due linee di metropolitana attualmente in funzione. Mancano però ancora dei soldi per finanziare l'intera opera. Secondo l'amministratore delegato di Roma Metropolitane Giovanni Ascarelli, «per il completamento a nord della metro servono un miliardo e 400 milioni di euro a carico dello Stato». Quanto al tracciato fondamentale «mancano 60 milioni che sempre lo Stato deve erogare ma che non abbiamo motivo di dubitare che lo faccia».