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Clonavano carte di credito Alla sbarra 48 romeni per truffa

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Non volevano rubare cibo o capi d'abbigliamento, ma i codici di bancomat e carte di credito. Una tecnica studiata nei minimi dettagli per mesi, fino a conoscere con estrema esattezza gli orari di chiusura e i movimenti del personale del negozio prima di abbassare la saracinesca. Un'attività criminale che alla fine è costata a una banda di 48 romeni il rinvio a giudizio con le accuse di associazione per delinquere, truffa e falso. I criminali erano riusciti a rubare centinaia e centianai di codici segreti di ignari utenti, danneggiando anche esercizi commerciali e istituti di credito. Gli imputati, infatti, una volta in possesso dei dati, li scaricavano con appositi software su un computer per poi trasferirli su supporti bianchi di plastica con una banda magnetica, che diventavano così carte di credito e bancomat da usare per effettuare prelievi o acquisti: l'apparecchiatura usata per la truffa nella maggior parte dei casi venivano direttamente dalla Romania. Prima di entrare in azione, secondo quanto accertato dal pubblico ministero Francesca Loy, i romeni andavano in due o tre a fare sopralluoghi dei negozi da colpire. Una volta a conoscenza di tutti gli elementi utili, all'orario di chiusura riuscivano a far nascondere nelle attività commerciali un complice. Durante la notte, il bandito manometteva i Pos, l'apparecchio dove si inseriscono le carte per eseguire i pagamenti. All'interno metteva un microchip sul quale venivano registrati i codici segreti e i numeri delle carte di credito dei clienti. Dopo qualche giorno, tornavano e riprendevano il microchip. E il gioco era fatto. Ma dato che è durato talmente tanto tempo, alla fine i romeni sono finiti nelle maglie della giustizia, tanto che il giudice dell'udienza preliminare Rosalba Liso ha accolto la richiesta del magistrato, mandando alla sbarra tutti e 48 i romeni, che il prossimo 2 ottobre dovranno difendersi dalle accuse.

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