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Abbigliamento e alimentari boom La ripresa riparte dal commercio

Ragazze acquistano capi d'abbigliamento

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L'economia capitolina riparte e lo fa proprio da quei settori, il commercio e i servizi, che hanno accusato di più il colpo della crisi. A dirlo è la Confcommercio di Roma che ha preso in esame l'andamento dei consumi di aprile e parte di maggio, confermando la battuta d'arresto della tendenza negativa che ha caratterizzato tutto il 2008 e i primi mesi del 2009. Ancora troppo presto per «cantare vittoria» e gettarsi alle spalle il passato fatto di bilanci in rosso e chiusure di attività commerciali. Ma certo la ripresa è iniziata e gli operatori del settore sperano che continui. Un timido cambio di rotta si nota proprio nell'abbigliamento e nelle calzature: comparti che hanno registrato solo per i primi tre mesi del 2009 un calo dei consumi pari al 25-30 per cento rispetto allo stesso periodo del 2007, ultimo anno considerato «buono». «Andiamoci cauti con il troppo ottimismo - è il monito di Roberto Polidori, presidente di Federabbigliamento Roma - ma possiamo comunque dire che ora la situazione si è sbloccata». Merito dell'inizio un po' prematuro della bella stagione che ha invogliato i consumatori, soprattutto giovani, ad acquistare capi di abbigliamento primavera-estate già dallo scorso aprile. «Questo ha comportato un aumento delle vendite e quindi dei fatturati - continua Polidori - anche se non va dimenticato che restiamo in presenza di una forte crisi di liquidità che perdurerà almeno fino al 2010, oltre alla previsione di un calo del Pil e di un aumento della disoccupazione, fattori che non potranno che incidere negativamente sulla capacità di acquisto di famiglie e singoli». Anche altri settori tradizionali del commercio al minuto si muovono su questa stessa falsariga. A cominciare dall'alimentare. «I nostri operatori - conferma Francesco Fabbi, presidente Aprida, Associazione Provinciale Romana Impresa Dettaglio Alimentare, aderente a Confcommercio Roma - hanno registrato ad aprile un picco delle vendite nel periodo pasquale che ha permesso all'ago della bilancia dei consumi di riconquistare almeno una situazione di pareggio, rispetto al calo tra il 2 e il 5% che avevamo segnalato a marzo». La situazione migliora anche nel settore delle macellerie, dove i consumi risalgono ad aprile-maggio, con +8%, rispetto ai primi mesi di quest'anno quando erano in caduta libera. Nota decisamente più positiva per il settore ristorazione e pubblici esercizi. L'inizio della stagione turistica primaverile ha suscitato grandi aspettative, parte delle quali hanno ricevuto una risposta positiva del mercato. «Abbiamo registrato un aumento dei consumi nel mese di aprile rispetto al mese precedente nell'ordine del 3-4% - fa sapere Nazzareno Sacchi, presidente della Fipe-Confcommercio - un fatto sicuramente positivo che però non mette la parola fine alla crisi visto che i consumi ad aprile 2009 sono diminuiti comunque del 5% sullo stesso mese del 2008». Non cedono a nessun entusiasmo, invece, gli operatori del settore profumeria, per i quali aprile è stato il mese peggiore da inizio anno. Qualche timido segnale di ripresa è atteso comunque per maggio (i dati non sono ancora disponibili), complice la vendita di solari e prodotti cosmetici specifici di questa stagione, che costituisce da sempre per il settore della cura della persona una spinta significativa alla ripresa.

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