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«Il papà non voleva che frequentasse quello zingaro»

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Siè sentito dire anche questo di Vanessa, ieri pomeriggio, davanti al civico 71 di via Andersen dove si sono assiepati i resisidenti, quando nel quartiere di gente perbene che si alza alle quattro del mattino per andare a lavorare e dove tutti si conoscono, si è sparsa la notizia della tragedia. Ma nel quartiere di case popolari dove tutti si conoscono da una vita, Vanessa in giro non la vedevano più. Aveva lasciato il giro delle amiche di sempre, e «stava sempre con quello» si sente dire tra i crocchi di mamme ma anche di ragazzine già madri coi figli piccoli in braccio, tutti a vedere cos'era successo, perché quella famiglia a Quartaccio la conoscono tutti. Ma chi è questo ragazzo? «Noi li chiamiamo zingari - dice una donna a patto che non le si chieda il nome - ma in realtà sono siciliani che abitano qui dietro (e indica la zona vicina alla Chiesa, ndr) - è gente che gira con il coltello», dice. Ma la frase sembra indirizzata ad una romena, che sta lì vicina come per darle un avvertimento. La ragazza pare sia stata accoltellata per davvero, per affari di cuore, pare che se la «intenda con il marito di una che è malat». Sono loro, i romeni che vivono nelle baracche dietro la chiesa i «nemici» dei romani che vivono a Quartaccio. «Andate a vedere cosa succede lì - dicono - noi questi non li vogliamo». «A me hanno rubato il lavoro, 28 anni da un avvocato - racconta una signora che puliva uno studio - e quando sono arrivate le romene ci hanno fregato il posto». G. M. C.

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