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I ricordi di Ricky Tognazzi

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Qualequartiere è la voce di Roma oggi? «Per me ancora San Lorenzo, il quartiere dei ragazzi, un tempo di Radio Città Futura, dei miei ricordi. Roma non è mai stata dei romani, ma di chi viene da fuori. Sempre occupata, invasa con amore e speranza. E San Lorenzo è il posto degli universitari: giovane, mutevole, multiregionale, multietnico». A quale categoria di cittadini vorrebbe dare la sua voce? «A tutti i precari, ma soprattutto agli attori professionisti precari. Che in fondo restano tali anche quando ce la fanno. In attesa perenne di una chiamata. È la vera fatica del mestiere. Come mi disse Bob Hoskins sul set de "Il Papa buono": "Mi pagano per aspettare, recitare lo faccio gratis". Hoskins ovviamente non fa testo, è un celebre attore inglese scritturato in tutto il mondo, protagonista di pellicole da box office come "Chi ha incastrato Roger Rabbit", "Brazil" e "Super Mario Bros", ma le sue parole aprono una finestra su un universo. Quello delle centinaia di ragazzi e ragazzi, ma soprattutto ex ragazzi e ragazze, che mi inondano di foto la scrivania quando si sparge la notizia che stiamo preparando un film. A loro, che anche se volessi non potrei mai accontentarli tutti, mi sento veramente vicino. Lo dico senza un minimo di retorica». Il film che sta girando parla di amicizia tra culture diverse, l'integrazione è un problema di Roma? «Per natura questa città è accogliente, grembo generoso, ospite. Ma i tempi stanno cambiando. Se quindici anni fa parlare di razzismo era impensabile, adesso l'intolleranza aumenta. Abbassandosi la qualità di vita, i romani stanno perdendo una dote millenaria. Si va instaurando un'assurda guerra tra poveri proprio nei quartieri meno abbienti, dove è più scomodo stare insieme». La sicurezza è un problema primario in questa città? «È un naturale problema da metropoli, acuito dalla crisi degli ultimi anni. I centri si svuotano, diventano immagini di boutique, le periferie si affollano, le condizioni di vita peggiorano, la speranza si affievolisce e genera delinquenza. Roma è ancora meglio di Milano o Parigi, ma la sua natura secolare di mamma non riesce più ad ammortizzare l'urto dei tempi». Il suo luogo di Roma, nel bene e nel male? «Sicuramente Monteverde, che ha le dimensioni della piccola città di provincia e il verde ma è a un passo da Trastevere, affacciato su un panorama meno da cartolina di altri. Ho sempre desiderato abitarci senza riuscirci mai. Finora».

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