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«Così cresce la provincia»

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Integraresempre di più i comuni della provincia con Roma. È l'obiettivo da perseguire nei prossimi anni. E «la città metropolitana» è lo strumento per fornire nuovi servizi e infrastrutture ai romani che traslocano nell'hinterland. Il presidente della Provincia Nicola Zingaretti illustra i grandi progetti per migliorare strade, scuole e adottare una strategia sulla sicurezza, «fatta non solo di controlli ma anche di coesione sociale». Qual è il bilancio a un anno dal suo insediamento a Palazzo Valentini? «Sono sereno. Un anno fa sembravano d'un tratto saltati i nostri punti di riferimento. Dopo dodici mesi siamo riusciti a ricostruire una maggioranza che non ha i vizi tipici del centrosinistra, cioè i litigi, la paralisi politica e le coalizioni troppo eterogenee. Adesso la missione che si impone è ricostruire una classe dirigente di governo alternativa e credibile». Per il centrosinistra della Capitale è finito un ciclo, da dove è possibile ripartire? «Le esperienze di governo di Roma sono abbastanza identificabili. Con Petroselli a inizio anni '80 si puntò sul riscatto dei ceti popolari, delle borgate. Dopo il '93 invece si rispose ad una domanda crescente di innovazione. C'è stata una classe dirigente che ha attuato la modernizzazione della Capitale. Quel "modello Roma" nato dalla lungimiranza di Goffredo Bettini, che oggi ha esaurito la sua funzione ma da cui dobbiamo ripartire per fare il salto di qualità, puntando a un riformismo che parta dal basso, dalle esigenze dei cittadini. Ma non è un caso che ancora oggi si parli di come rafforzare la Fiera, la metropolitana, l'Auditorium, il Polo tecnologico. Il 30 di questo mese riunirò tutti gli amministratori e gli eletti della provincia per tracciare le linee da percorrere nel futuro. Le priorità sono due. La prima è la ridistribuzione della ricchezza: ci sono troppe forme di lavoro precario ed estemporaneo. L'altra grande sfida è quella di modernizzare la città. Aver portato internet gratis col wi-fi in 60 comuni dell'hinterland va in questo senso. Serve però un progetto strategico di ricucitura tra Roma e l'area metropolitana». Come vede i recenti episodi di violenza e quali sono le strategie per garantire più sicurezza? «Non voglio fare l'errore che fece un anno e mezzo fa Alemanno di utilizzare il tema della sicurezza per un attacco politico. Cavalcare malessere e paure sociali è sempre sbagliato. Dobbiamo intervenire sul crollo dello spirito civico. È venuta a mancare una missione comune. Un fatto che ci consegna una città più violenta e pericolosa. Se ci si concentra solo sul controllo del territorio non si coglie la questione sociale. Non sento più parlare dell'associazionismo, quell'esercito della solidarietà che ridarebbe coesione alla città». Ma non pensa che la sinistra debba trovare un modo nuovo per affrontare il problema della sicurezza per non essere condannata a perdere anche le elezioni future? «I patti per Roma sicura sono stati firmati dal ministro Amato, dal governatore Marrazzo, dal sindaco Veltroni e dal presidente Gasbarra. La primigenitura su una strategia di durezza e repressione è nostra. Io dissi subito sì ai militari nelle stazioni. Ma per avere quartieri sicuri non bastano i controlli, serve una cultura sociale. A Guidonia posso anche metterci l'esercito, ma senza dare vigore all'integrazione e alla coesione non cambierà niente». Sempre più romani si trasferiscono nei comuni della provincia. L'aumento della popolazione nell'hinterland non va di pari passo con la crescita dei servizi e delle infrastrutture... «Qui sta la missione nuova e il progetto politico di cui siamo portatori: dare una migliore qualità della vita all'area metropolitana. C'è stata un'esplosione di 7-800 mila abitanti che si sono spostati da Roma e molti di loro hanno redditi medio-bassi e usufruiscono di pochi servizi. Una cintura extraurbana che in alcune zone è diventata un "non luogo della vita". Roma non è solo il Colosseo ma è anche, e soprattutto, l'area industriale di Monterotondo, l'aeroporto di Fiumicino e il porto di Civitavecchia. Noto un'incapacità di chi amministra Roma di cogliere l'opportunità dell'area metropolitana. Ad esempio lo sviluppo di Cinecittà avrebbe molte più opportunità se fosse pensato assieme a Frascati e Monte Porzio Catone. La legge sul federalismo fiscale è la strada giusta. Il Governo stesso ci indica la costruzione della città metropolitana». Se Comune e Provincia fossero superati dalla città metropolitana, come prevede la legge su Roma Capitale, le piacerebbe fare il sindaco? «Non servono personalismi. Adesso io penso a fare il mio lavoro, poi si vedrà». Ma il Pd supererà i dissidi tra le correnti? «Mi piacerebbe un Partito democratico unito, non più chiuso in correnti. Perché le correnti non sono sintomo di pluralismo ma di mancanza di idee. Quando non vince un'idea, vince la logica di spartirsi i posti». Come superare i problemi della mobilità in provincia? «I nostri progetti per potenziare Laurentina, Ardeatina e Nomentana vanno nella direzione giusta. Ma la Provincia, rispetto a Regione e Comune, in questo campo è un topolino. Noi abbiamo 2.500 chilometri di strade provinciali, presto andranno in gara 4 o 5 lotti per dare in gestione la pubblicità su queste arterie. Gli introiti saranno rinvestiti per la manutenzione ordinaria e straordinaria». Quali le novità in materia scolastica? «Per quanto riguarda l'edilizia scolastica l'80 per cento degli appalti è già in gara. Abbiamo investito 120 milioni. La grande sfida però è quella dei campus negli istituti fuori Roma. Vogliamo realizzare attraverso project financing scuole superiori d'eccellenza. E poi bisogna introdurre i criteri di bioedilizia negli appalti. Il ribasso d'asta su strade e scuole è sbagliato. Infine stiamo preparando un grande bando per mettere il fotovoltaico su tutte le scuole della provincia: il costo per l'amministrazione sarà pari a zero. Le imprese che realizzeranno gli impianti, infatti, si ripagheranno con l'energia prodotta». La provincia di Roma è una zona sismica. Avete dei piani per aumentare la sicurezza? «Tra una ventina di giorni apriremo una "sala per le emergenze e la sicurezza" che interverrà anche in questo senso. Sarà una sala che colleghera i centri storici con telecamere e wi-fi alla Provincia per monitorare sempre la situazione». Si dice che le discariche e i campi nomadi possano essere trasferiti fuori dal Comune di Roma, sul territorio della provincia... «Purtroppo il sindaco Alemanno non coglie l'opportunità di un'integrazione intelligente tra la Capitale e l'area metropolitana».

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