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Droga e sesso, scoperto giro di mamme e studentesse

Un'immagine di uno dei video sequestrati dalla Questura di Roma in cui una giovane è costretta a sniffare cocaina

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Minori, studentesse, ragazze-madri e addette alle pubbliche relazioni che si prostituiscono, il figlio della Roma bene che le sfrutta e le ricatta minacciando di parlare coi loro genitori se provano a fuggire. E poi l'amico, rampollo di un ex parlamentare di due legislature fa che vende droga. È un giro di sesso, droga e 30 mila euro al mese di guadagno (a testa) scoperto dagli investigatori del commissariato Fidene-Serpentara diretto da Paolo Volta e della Squadra mobile di Vittorio Rizzi. Due le persone arrestate: lo sfruttatore del Nomentano, C. R., 27 anni, impiegato con genitori facoltosi, e lo spacciatore F.B., 25 anni, dello stesso quartiere, anche lui impiegato da mille euro al mese e col padre ex senatore. Sequestrati tre chili di marijuana e 1.500 dosi pronte per lo smercio. «Le giovani erano quasi tutte italiane - ha spiegato il capo della Mobile, Vittorio Rizzi - Alcune hanno iniziato quasi per capriccio, altre perché alle prese con grandi difficoltà economiche». Il giro però era anche terrore. Le ragazze venivano filmate mentre sniffavano cocaina o subivano gli sfoghi sessuali dello sfruttatore e dei suoi amici. Lui i video li conservava tutti in casa sua, dove gli inquirenti hanno trovato pure quello in cui si vede una ragazza, la minorenne del gruppo, di 17 anni (vedi foto in alto), che sniffa polvere bianca prima dell'ammucchiata. Se lei si fosse rifiutata lui avrebbe fatto in modo che i suoi genitori vedessero quelle immagini. Il giro comprendeva una decina di belle ragazze, contattate dallo sfruttatore sui siti web o leggendo sui giornali gli annunci a luci rosse. Ma quelle che hanno collaborato con la polizia sono state quattro: un'italiana di 35 anni, nome d'arte Giulia, il teste decisivo nell'inchiesta. E poi: una dominicana sulla trentina con regolare permesso di soggiorno, una studentessa di 28 e una ragazza-madre, anche lei trentenne, che lavora come pierre in un locale del centro. «Non ne potevamo più - si sono sfogate - Era diventato un incubo». C.R. sapeva sedurle: diceva loro che le avrebbe protette, che si sarebbe preoccupato di loro. È questa la ragione che ha spinto le quattro a fidarsi di lui e in fondo a farlo ricco, consentendogli di comprare un suv Mercedes e una Bmw di grossa cilindrata. In cambio lo sfruttatore chiedeva il 30 per cento delle entrate. Se le aiutava a mettere nome e foto su internet la provvigione saliva la 50%. I clienti le ragazze se li procuravano col solito sistema dell'annuncio. Anche se a volte poteva capitare che fosse lo sfruttatore a mandare in uno dei sette appartamenti che erano a disposizione, sempre in zona Nomentana, suoi amaici perché conmtrallassero che tutto filasse liscio e qualche cliente conosciuto nei locali bene del Centro o dei Parioli. Questi li frequentava lui e il suo amico spacciatore. Ma li frequentavano anche loro, le ragazze. Una addirittura lavorava come pierre per uno di questi circoli: doveva cercare gente per riempire le serate, e arrotondava il suo stipendio facendosi clienti per gli incontri di sesso. Le cose si sono complicate quando qualcuna di loro ha cercato di staccarsi e non pagare più il "pizzo". La prima è stata Giulia. Lei addirittura era costretta a tenere in casa delle piantine di marijuana, con tutta l'attrezzatura per farle crescere. A gennaio l'avvio delle indagini. Due mesi l'arresto dello spacciatore e l'altra mattina dello sfruttatore.

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