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"Caffarella, subito a processo i romeni"

Le forze dell'ordine sul luogo della violenza

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Devono essere processati immediatamente, senza passare per l'udienza preliminare. Devono sedersi subito sul banco degli imputati i due violentatori del parco della Caffarella, rei confessi. È questa la convinzione del pubblico ministero Vincenzo Barba, che ha chiesto che i due romeni, Iount Jean Alexandru, di 18 anni, e Oltean Gavrila, di 27 anni, vengano processati con il rito immediato e difendersi in dibattimento dalle accuse di sequestro di persona, rapina, violenza sessuale e lesioni. Reati che sono stati contestati ai due stranieri per aver violentato una ragazzina di 15 anni il giorno di San Valentino e aver picchiato il suo fidanzato, costretto ad assistere alle violenze contro la minore. Ma non finisce qui.  Il sostituto procuratore ha anche chiesto che venga archiviata la posizione processuale degli altri due romeni, Alexandru Isztoika Loyos e Karol Racz che erano stati arrestati e poi scagionati dall'esame del Dna. Loyos e Racz sono stati ritenuti estranei alla violenza sessuale, malgrado una iniziale confessione dello stesso Loyos, il quale puntò il dito contro il connazionale Racz, decidendo poi di ritrattare tutto sostenendo di essere stato costretto ad ammettere lo stupro perché minacciato dalla polizia romena che aveva collaborato alle indagini con gli agenti italiani. Una falsa confessione che a Loyos è costata la duplice accusa di calunnia nei confronti di Racz e di autocalunnia: il procedimento penale è ancora pendente. L'intenzione del pm Barba di chiedere il giudizio immediato era stata avanzata quando c'era stato l'incidente probatorio dei due fidanzati, che si è svolto davanti al gip Guglielmo Muntoni il 19 maggio scorso, durante il quale la vittima della violenza sessuale e il ragazzo avevano confermato la versione dei fatti riferita subito dopo l'aggressione e il riconoscimento dei due romeni Alexandru e Gavrila, arrestati il 20 marzo scorso. Al termine dell'incidente probatorio, anche l'avvocato dei due stranieri aveva annunciato che, qualora il sostituto procuratore avesse richiesto il giudizio immediato, avrebbe a sua volta presentato richiesta di procedere con rito abbreviato. Questo perché all'imputato permette di ottenere uno sconto di pena pari al un terzo. Il romeno Gavrila, comunque, è indagato anche per un'altra violenza sessuale, quella ai danni di una donna stuprata al Pigneto, a Villa Gordiani. Un'accusa che però lo straniero ha sempre negato, benché sia risultato positivo al test del Dna. Proprio questo accertamento è stato contestato dall'avvocato del romeno, il penalista Carlo Scepi, che ha sottolineato come in realtà non è emersa una coincidenza con il Dna del suo assistito, ma «solo» una compatibilità. Del resto, ha sottolineato il difensore di Gavrila, il suo cliente ha confessato la violenza alla Caffarella e quindi avrebbe potuto anche ammettere le sue responsabilità per quanto riguarda quella al Pigneto.

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