Milana: "Lavoro e imprese, ecco la mia sfida"
Nei suoi manifesti c'è scritto «L'Europa che ci crede». Lui ce l'ha messa tutta: ha macinato quasi 20 mila chilometri in auto, organizzato iniziative in tutte le 22 province del collegio, incontrato i rappresentanti di 710 Comuni. Ma chi conosce Guido Milana non si stupisce. Ora è candidato del Pd alle Europee, ma anche da sindaco, consigliere provinciale e presidente del Consiglio del Lazio non si è mai risparmiato. Presidente Milana, su cosa s'impegnerà nel Parlamento europeo? «Innanzitutto per costruire la macroregione dell'Italia centrale: un luogo unico per tanti Comuni e tanti cittadini in cui calare un sistema di infrastrutture utile allo sviluppo delle politiche imprenditoriali e alla valorizzazione dei territori. Faccio un esempio: non possiamo continuare a discutere a pezzi della Orte-Civitavecchia-Ancona, un'opera strategica per cui i fondi europei devono essere utilizzati al meglio. E questo vale anche per l'economia e per la cultura: il Lazio, la Toscana e l'Umbria devono essere collegate. In Europa abbiamo già esempi virtuosi come la Catalogna che in pochi anni ha trasformato Barcellona e i suoi territori. Inoltre mi batterò per avviare un dibattito vero che affronti il tema dell'autosufficienza energetica. Un confronto per trovare norme, direttive e orientamenti che privilegino le fonti rinnovabili. Proprio questa convinzione spinge ad esempio la Germania a una regressione dal nucleare, non si capisce perché l'Italia, su questo terreno molto più ricca della Germania, sia ferma. Vorrei anche riprendere le fila dell'integrazione europea e impegnarmi per una politica estera comune e per un esercito dell'Ue. Infine credo che l'Europa debba elaborare politiche economiche più stringenti di quelle dei singoli Stati. Mi piacerebbe che scrivessimo lo Statuto europeo dei lavoratori». Che differenza c'è in Europa tra il Pd e il Pdl? «Mi sembra che per il Pdl l'Europa serva più che altro a tutelare interessi, che poi non sono nemmeno quelli di tutti. Io invece mi candido a rappresentare e a dare risposte ai bisogni dei cittadini. Troppo spesso i governi scaricano la responsabilità di ciò che non funziona sull'Ue e si attribuiscono i meriti di risultati conseguiti dall'Europa. Oppure trattano l'Unione come se fosse un bancomat. Ecco, io penso che dobbiamo concentrarci sulle politiche e non sulla cassa». Da sindaco di Olevano alla presidenza del Consiglio del Lazio. E adesso punta all'Europa... «Ho le carte in regola per rappresentare bene un territorio nella sua vastità. Conoscerlo è un valore aggiunto per riconoscerne i bisogni. Sono convinto che i nuovi processi di co-decisione tra Commissione e Parlamento europeo devono promuovere una generazione di rappresentanti che abbiano piena coscienza degli effetti che alcune direttive producono su cittadini e istituzioni». Cos'è che l'ha colpita di più nella sua campagna elettorale? «La straordinaria partecipazione della gente. Ho incontrato più di 50 mila persone, penso di aver stretto le mani a 30 mila cittadini. Dall'inizio della mia campagna elettorale è cresciuta l'attenzione per i temi europei che hanno reso meno rilevante il gossip di casa nostra che avrà un'unica conseguenza, quella di fare aumentare le Noemi all'anagrafe».