Razziano l'oro e lui spara
Rapinano un rappresentante di preziosi al Divino Amore, lui spara un caricatore contro i malviventi fuggiti in auto e un'ora dopo un pregiudicato a San Giovanni viene soccorso dal 118 con quattro pallottole in corpo. Gli investigatori in queste ore stanno cercando di capire se esista un nesso tra persone e fatti, tra il rappresentante e il malvivente. Nel frattempo però la storia è diventata un giallo, dove ci sono indizi ma mancano prove certe che possano far scattare le manette ai polsi del ferito. La rapina avviene alle 13 circa in via Fosso della Castelluccia. Dopo una mattina di appuntamenti, il rappresentate, un romano di 46 anni, torna a casa per il pranzo. Ad aspettarlo ci sono due malviventi. Sono a volto scoperto. Non gli dànno il tempo di scendere dalla vettura. Armati di pistola, si avvicinano al rappresentante e lo minacciano: «Non fiatare e non ti muovere». Uno di loro afferra il borsone sul sedile. Dentro c'è un campionario di oro e gioielli. Il valore complessivo deve ancora essere calcalato ma si tratta di migliaia e migliaia di euro. Presa la valigia i due montano su auto differenti e se ne vanno a tutto gas. Sono un'utilitaria e una station wagon. Il rappresentante di gioieli non si perde d'animo. Anzi, afferra la sua pistola, una Glock, e contro le due vetture spara 15 colpi, in pratica tutto il caricatore. Non sa se fa centro, se ha ferito i due rapintori o uno soltanto. Dopodiché chiama il 112 e riferisce quello che gli è successo. La seconda scena del giallo si svolge a via Lemmi, a San Giovanni. Qualcuno telefona al 118 richiedendo d'urgenza un'ambulanza. Quando i sanitari arrivano sul posto ci mettono poco a capire quello che è successo. Nell'appartamento trovano un italiano di 50 anni, senza documenti, con quattro ferite da arma da fuoco: due all'inguine e altrettante al pube. È un miracolo che non sia morto. I soccorritori lo trasportano al reparto Chirurgia d'urgenza dell'ospedale San Giovanni Addolorata. Sul posto arrivano i poliziotti delle volanti e poi gli investigatori della Squadra mobile. Si pensa un possibile collegamento con la rapina al portavalori. Ma sfuma. Anche i carabinieri del Gruppo Frascati puntano gli occhi sullo strano caso di via Lemmi. Gli indizi per pensare che il ferito sia collegato alla rapina al portavalori ci sono. La distanza: dal Divino Amore al San Giovanni non c'è molto tragitto da coprire, i collegamenti stradali consentono di raggiungere le due destinazioni in poco tempo. Gli orari: la rapina risale alle 13, la richiesta di soccorso al centralino del 118 alle 14 e 30 circa. Due tempi compatibili. A un certo punto del pomeriggio circola la notizia che i carabinieri hanno trovato un'auto con le tracce dei colpi esplosi. Si pensa che il giallo sia quasi risolto. Poi l'indiscrezione non viene confermata e si ricomincia. Il ferito è sotto i ferri in sala operatoria. Su di lui pende un ordine di custodia per rapina. Ancora non può esserci il riconoscimento da parte del rappresentante di preziosi. E poi il pregiudicato è sotto la "custodia" della polizia. Per poter passare ai carabinieri devono esserci indizi certi che la persona sia coinvolta nell'inchiesta seguita dagli investigatori del Gruppo Frascati. Il giallo è aperto. Fab. Dic.