Carlino: spendere meglio i fondi Ue
«Credo nella scelta coraggiosa di Pierferdinando Casini di creare un'alternativa a questa destra e a questa sinistra mantenendo la barra dritta al centro. È con questo spirito che mi sono candidato nell'Udc alle elezioni europee perché credo che ci sia bisogno di una strada autonoma che permetta a tutti quei cattolici, moderati di trovare un partito che ricominci ad ascoltarli». Così l'imprenditore romano Roberto Carlino, affascinato dall'idea di Casini di rinnovare lo scenario politico italiano, ha spiegato il motivo che lo ha spinto a scendere in politica. Dottor Carlino, cosa spinge un imprenditore come lei a candidarsi alle elezioni europee? «La risposta è semplice: la passione per la politica, l'idea di un impegno civile, l'idea che amo vivere il presente e occuparmi del futuro, il fatto che vedo nell'Europa il nostro futuro. Churchill diceva che “Chiunque veda nel futuro un vento avverso sta andando nella direzione sbagliata”. E quelli che vanno nella direzione sbagliata non siamo certo noi». E chi è che sta andando nella direzione sbagliata? «Non spetta certo a me dirlo. Non sono per la politica improntata sul parlare male degli altri. So solo che noi siamo dalla parte giusta». Come è stato il salto da vendere case a «Uno di Casa»? «Non mi piace parlare di me stesso né tantomeno elogiarmi però tutti mi riconoscono di essere un vero self-made man italiano. I miei genitori non erano di certo ricchi, mi sono costruito da solo. Ora nell'Udc sto portando lo stesso entusiasmo e in questi giorni di campagna elettorale né sto proprio dando dimostrazione». Da dove nasce lo slogan che appare nei suoi manifesti? «Nasce il 4 aprile quando Casini presentando i candidati al parlamento Europeo all'assemblea del "Partito della Nazione" mi ha definito "Uno di casa", acronimo di Udc. Era lo stesso spirito con cui venivo accolto nel partito». Quale cosa le piacerebbe si realizzasse appena messo piede al Parlamento europeo? «Prima vediamo se ci arrivo a Bruxelles». Ha qualche dubbio? «I voti sa che si contano solo ad urne chiuse. Però se dovessi arrivarci mi piacerebbe che i fondi per le piccole e medie imprese, quelli per il prestito d'onere ai giovani e quelli per le infrastrutture venissero utilizzati dall'Italia. Pensi che ad oggi i 10 miliardi destinati al nostro Paese stanno tornando a Bruxelles perché non abbiamo presentato progetti validi per poterli spendere». Che cosa pensa dell'Europa? «L'Europa è la speranza di credere in un futuro del quale siamo attori. È la speranza di avere voce come potenza globale. L'Europa è sì il nostro futuro, ma ha bisogno di riforme. Prima di tutto la riforma delle sue istituzioni e l'approvazione del Trattato di Lisbona». Però per lei l'Europa dovrebbe essere anche cristiana. «Certo, il fondamento dell'Europa è giudaico-cristiana e riteniamo necessario che nella costituzione se ne faccia giusto riferimento. La forza dei suoi valori e la consapevolezza della sua identità cristiana sono alla base dell'Europa». Lei sta utilizzando per la campagna elettorale Facebook e Youtube. Una sua idea o le è suggerita? «Attorno a me c'è un grande lavoro di squadra. Internet poi è sempre il canale preferenziale per i giovani. Lì mi possono conoscere e capire chi sono». Un video su Youtube la riprende a Piazza San Pietro durante l'Angelus. Anche questo è un messaggio? «Questa è una domanda personale, non voglio che questa intervista sia un modo per farmi bello. Le dico solo che io sono credente, ma queste sono cose personali». Che cosa vede futuro vede nell'Udc? «L'Udc intanto spera di superare il 7% delle preferenze. Poi in autunno abbiamo il grande appuntamento con la formazione del "Partito della Nazione". Un evento che sconvolgerà l'assetto della politica italiana. Ritornerà il grande centro che non si candida ad essere l'ago della bilancia, ma un partito di governo».