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Mercati e mobilità, il futuro di Roma

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Si è detto che avrebbe chiuso a causa del bilancio in rosso e della sua presunta inutilità. A poco più di sei mesi dal nuovo assetto Risorse per Roma spa ha invece invertito la rotta e imboccato la strada del rilancio. È stata ricapitalizzata e ha scommesso sul futuro della città eterna. «Questa società è indispensabile - spiega l'amministratore delegato Maurizio Bonifati - È nata nel 1995 per gestire la dismissione e la valorizzazione di immobili comunali ma adesso fa molto di più: risolve problemi che i dipartimenti faticano ad affrontare». Architetto Bonifati, quali sono i progetti principali che Risorse per Roma sta portando avanti? «Il piano del commercio e la ristrutturazione dei mercati rionali, il secondo polo turistico, la centrale di monitoraggio della manutenzione stradale, cioè un sistema che costruirà un vero e proprio catasto stradale. Poi c'è tutto il lavoro sui piani di zona e sul Prg. Inoltre faremo 440 progetti condivisi con vigili del fuoco, università e Comune per mettere in sicurezza le scuole romane». Alcuni dei vostri piani prevedono l'intervento di investitori privati, puntano cioè sul project financing. Non crede che in Italia proprio sul terreno della collaborazione enti pubblici-imprenditori siamo in ritardo? «Il project financing è lo strumento migliore ma serve più attenzione: tra l'investimento dei privati e l'attuazione del progetto passa troppo tempo e spesso c'è bisogno di ricominciare daccapo. Piuttosto dobbiamo arrivare alla certezza di tempi e modi. Certo Roma ha specificità archeologiche che vanno rispettate ma che inevitabilmente rallentano i progetti, per questo conviene concentrarsi sulle trasformazioni e sostituzioni edilizie per cui è tutto più semplice». Come avete fatto a ristrutturare e a rendere efficiente questa società? «Qui lavoriamo in 230: architetti, ingegneri, economisti, avvocati. Tutti con elevatissime professionalità, pronti a soddisfare il nostro unico cliente, il Comune di Roma. Abbiamo scommesso sul merito e sui progetti». La sua famiglia ha un'impresa importante, perché lei ha deciso di impegnarsi in una società comunale? Le capita mai di pensare "chi me l'ha fatto fare"?! «Ho quasi 60 anni e la vita mi ha dato tanto. Questa è un'esperienza che mi mancava. Ho vissuto e lavorato per quindici anni all'estero e ora penso che sono davvero fortunato a stare in Italia anche se qui potremmo vivere molto meglio. Per questo dobbiamo fare sistema, lavorare in squadra e, nello stesso tempo, avere la convinzione che possiamo ottenere ottimi risultati: questo è il segreto del successo».

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