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Balduina, il presunto killer chiamò il 113

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Una truffa malriuscita per un'auto di lusso avrebbe trasformato un ex dipendente della Mercedes Italia in un assassino. La Squadra mobile di Vittorio Rizzi ha svelato movente e presunto responsabile della mattanza del 22 dicembre in un autosalone della Balduina: perse la vita Massimiliano Patis, 38 anni, e rimase a terra con la testa sfondata lo zio Alessandro De Antonis, di 42, vivo per miracolo, con una parte del cranio coperta dal cuoio capelluto ma priva dell'osso. È stato lui a puntare il dito contro il presunto omicida Massimiliano Maiocchetti, 41 anni. Da dicembre, prima in coma poi confuso, De Antonis ricordava poco di quel giorno. A marzo è riaffiorata la sequenza sanguinaria di quel pomeriggio e ha accusato. Ieri la Mobile ha arrestato Maiocchetti, fino a marzo un dipendente del marchio tedesco, già in passato reduce di qualche guaio per operazioni poco chiare. Lui non ha ammesso il reato né respinto le accuse. Quel giorno, dopo pranzo al 113 arrivò la telefonata di un signore che diceva di aver visto nel locale in viale Tito Livio due corpi distesi a terra in una pozza di sangue. Stando alle indagini quell'uomo era proprio Maiocchetti. Poco prima di quella telefonata, alcuni testimoni lo avevano visto andare a pranzo con zio e nipote in un bar vicino, e altri lo avevano visto rientrare con loro nell'autosalone. Poi la mattanza con un pinza a "pappagallo" che era nell'autosalone e che non è stata mai trovata. Il presunto omicida avrebbe prima colpito lo zio, poi il nipote all'uscita del bagno. Il movente sarebbe legato alla compravendita di una Mercedes R280, mai avvenuta. La targa risulta intestata a un'Audi circolante a Pordenone, e il numero di telaio a un'altra Mercedes invenduta. Per l'acquisto la vittima aveva aperto un finanziamento di 40 mila euro. Quel giorno Maiocchetti portò nell'autosalone la fotocopia di un bonifico di 33 mila euro mai effettuato. De Antonis perse la pazienza dicendo che avrebbe chiamato la Mercedes Italia. Da qui la rabbia omicida. Stando alla Mobile, Maiocchetti prima avrebbe colpito Antonello De Antonis, poi avrebbe atteso che il nipote uscisse dal bagno finendolo con una decina di colpi alla testa. Dopo l'omicidio, l'ex dipendente Mercedes ha sempre collaborato con gli investigatori. De Antonis era su un letto del policlinico Gemelli in prognosi riservata con la testa rotta e la vita appesa a un filo. Non poteva riconoscere il suo assassino, né dire con chi avesse pranzato prima del massacro. Maiocchetti era il solo a parlare. Ai poliziotti ha detto che quel giorno doveva ritirare un'auto, quindi era già entrato in quell'autosalone. E in effetti le sue tracce erano state trovate. Una cosa però non tornava: seguendo le impronte delle scarpe gli investigatori avevano riscostruito un percorso curioso: anziché passare accanto a un'auto, Maiocchetti aveva seguito una traiettoria circolare, come se volesse soprendere qualcuno alle spalle. Ieri anche Alessandro De Antonis era in Questura: per prendere la maglia di Totti che aveva chiesto alla Mobile e che il dirigente Vittorio Rizzi si è fatto autografare dallo stesso campione.

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