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Una cooperativa sociale distrutta dalle fiamme

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All'arrivo delle squadre dei vigili del fuoco l'incendio era già esteso e il denso fumo, provocato dalla combustione dei vestiti andati a fuoco, ha minacciato, creando dei momenti di tensione, due fabbricati adiacenti facenti parte della comunità famiglia Capodarco e destinati a casa famiglia per persone diversamente abili e bambini con problemi. Tuttavia nessuna persona al termine delle operazioni di spegnimento è rimasta coinvolta dall'incendio. Il lavoro dei vigili del fuoco è durato per tutta la notte e il funzionario dei vigili del fuoco di servizio ha reso inagibile il locale di circa 700 metri quadri, per i gravi danni che le strutture portanti hanno riportato. Dall'ispezione inoltre è emerso che la porta d'emergenza utilizzata peraltro per iniziare le operazioni di spegnimento, era socchiusa all'arrivo dei soccorsi e in prossimità della stessa è stata rinvenuta una tanica contenente residui di liquido infiammabile. Sull'episodio indaga la Polizia. «Desta inquietudine l'ennesimo vile atto di violenza, con ogni probabilità di origine dolosa, perpetrato ai danni della Cooperativa sociale l'Ape Maia», ha detto l'assessore alla Sicurezza della Regione Lazio, Daniele Fichera. E ancora: «La cooperativa sociale l'Ape Maia, che nella Capitale si occupa della raccolta indumenti usati, è già stata oggetto di episodi analoghi, a questo punto è qualcosa di più di un semplice sospetto il fatto che anche un'attività con chiare finalità sociali, come la raccolta di indumenti usati, possa far gola a una qualche organizzazione criminale. Le istituzioni non devono mai abbassare la guardia, in particolar modo in un momento come questo di recessione e di difficoltà economica in cui i tentacoli della malavita organizzata cercano di invadere tutti i settori della società civile».

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