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Se i No global difendono la Pisacane

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Èstato ieri il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, a definire quella della Pisacane «una vicenda negativa», riferendosi all'ultima, inutile, idea di cambiare il nome della scuola per intitolarla al pedagogo giapponese Makiguchi. «Per quanto ci riguarda - ha sottolineato il premier - lo Stato italiano offre scolarizzazione completa e formazione completa a tutti i figli di immigrati». Ma la storia della Pisacane è destinata a dividere ancora per molto il mondo della politica. Non a caso, la «rete NoG8», che ha annunciato cortei e manifestazioni a Roma in occasione del summit dei ministri degli Interni, il 30 maggio, ha citato proprio la Pisacane. Gli organizzatori hanno fatto sapere che «saranno in marcia di sostegno a tutte le realtà multietniche in Italia, come la scuola elementare Pisacane di Roma, con quasi il 90% di iscritti stranieri, ma vittima di attacchi mediatici e politici di chi non vuole l'integrazione». Peccato però non si manifesti insieme a tutti quegli immigrati, e sono la maggioranza, che stanno portando via i propri figli da scuole come la Pisacane e che si sono già detti, non a caso, favorevoli alla quota di stranieri in classe. Un particolare, questo, che segna la differenza tra vera integrazione e «tollerante convivenza». Differenza già sperimentata nelle banlieu parigine. Sus. Nov.

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