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Tornano da New York, 4 liceali ammalati di influenza suina

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Quattronuovi casi di influenza A/H1N1 sono stati confermati in Italia. Secondo quanto reso noto dal ministero del Welfare si tratta di quattro giovani liceali romani, rientrati martedì scorso, il 19 maggio, a Roma provenienti da New York, dove erano stati per un soggiorno educativo. I liceali sono studenti di due classi di due diversi istituti della capitale. Scattate immediatamente le misure di contenimento mentre le Asl hanno contattato gli insegnanti delle due classi che avevano viaggiato con loro disponendo che gli studenti non tornassero a scuola per i sette giorni successivi al ritorno in Italia. Con i quattro nuovi casi confermati, il totale di casi di nuova influenza in Italia sale quindi a quattordici. E il viceministro alla Salute Ferruccio Fazio, in accordo con il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, ha previsto la chiusura anticipata delle scuole in cui si verificassero casi confermati di influenza A/H1N1 tra gli studenti. Inoltre, alla luce dell'andamento della diffusione dell'infezione da virus A/H1N1 negli altri Paesi, avverte il ministero «non si esclude che si possa verificare un possibile incremento anche prossimo dei casi nel nostro Paese». Secondo gli ultimi dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), infatti, la nuova influenza ha colpito oltre 11.000 persone, con 85 morti. In pochi giorni i casi in Giappone sono saliti a 259. Una situazione che ha portato l'Oms a valutare una eventuale flessibilità dei criteri per dichiarare lo stato di pandemia di influenza, e quindi il passaggio del livello di allerta per l'influenza A/H1N1 dall'attuale fase cinque alla sei, ovvero l'allerta massima, quella della pandemia. Il direttore generale dell'Oms, Margaret Chan, «sta considerando l'eventualità di considerare altri criteri, dopo le richiesta formulata da alcuni Paesi membri di non prendere in considerazione solo il fattore dell'estensione geografica», ha spiegato ieri la portavoce dell'Oms Gaya Gamhewage. «È troppo presto - ha detto ancora la portavoce dell'Oms - per dire quali saranno i nuovi criteri e se ci saranno nuovi criteri. Dovrà esaminare la questione con le persone giuste».

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