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«Non dimentichiamo l'Olocausto»

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È forse questo il simbolo di un percorso intimo prima ancora che politico di Gianni Alemanno che ieri ha visitato il Museo della Shoah di Gerusalemme e siglato un protocollo di intesa e di collaborazione per la realizzazione del Museo della Shoah che sorgerà a Villa Torlonia. Una convinzione profonda, quella del sindaco, alla sua prima visita ufficiale in Israele, e che mette nero su bianco nel libro d'onore del museo Yad Vashem: «Non è in nostro potere cambiare il passato ma abbiamo il dovere di fare tutto quello che è possibile per evitare che quello che è accaduto possa ripetersi. Roma è vicina ai suoi fratelli ebrei - scrive Alemanno - che sono parte della nostra città». Visibilmente scosso, all'uscita del museo, già visitato tre volte, ribadisce la ferma condanna agli orrori dei totalitarismi, non mancando di citare nazismo e fascismo, e guarda all'Italia. «In Italia c'è una mancanza di consapevolezza del dramma della Shoah nel nostro paese, quasi fosse stato un problema degli ebrei con i tedeschi. Noi dobbiamo combattere, per fare in modo che il rifiuto di ogni totalitarismo, del nazismo e del fascismo, abbia delle radici profonde e solide, nella tolleranza e nel rispetto della persona umana». Un messaggio netto, chiaro. «Ho capito che c'è stato un problema di comunicazione lo scorso anno, e per questo voglio essere netto», ammette Alemanno ricordando la bagarre sulla sua frase «il fascismo non è il male assoluto». E poi ammette «questo è frutto di un percorso, anche personale, dovuto anche al lavoro che stiamo facendo con la comunità ebraica e devo ammettere che molte cose non le conoscevo». Smorza subito le provocazioni su una svolta della destra, e della destra sociale, ormai consolidata. «Siamo molto avanti - ha spiegato - nel '94 c'è stato un punto di passaggio di An nella consapevolezza. Non è una cosa che riguarda destra o sinistra, ma c'è un problema generale di sottovalutazione e di memoria, occorre quindi evitare evitare strumentalizzazioni di parte». Intorno al sindaco si parla già di una sfida con Gianfranco Fini per la leadership del nuovo centrodestra, ma probabilmente è soltanto la conferma che si è voltata pagina e che ora, almeno a destra, si può guardare al passato con consapevolezza e libertà. Chiavi di volta per costruire un futuro diverso.

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