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Gualtieri: «La mia Ue? Cultura e sociale»

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Èla prima volta che si candida ma d'Europa ne sa più di tanti eurodeputati di lungo corso. Roberto Gualtieri (Pd), vicedirettore della Fondazione Istituto Gramsci, l'Ue l'insegna all'università «La Sapienza»: la storia, l'economia ma anche l'integrazione tra i popoli. Adesso vuole andare in prima linea. Professor Gualtieri, perché gli elettori dovrebbero votarla? «Perché credo di avere competenze adeguate al lavoro del Parlamento europeo, che è davvero decisivo. Ma la mia candidatura vuole essere anche un contributo al rinnovamento della classe politica». Quanti anni ha? «42. Mi sembra evidente che non vado a cercare in Europa un pensionamento». Tre cose che vorrebbe fare a Strasburgo? «Bè, intanto il mio slogan è "Portare l'Europa in Italia" e non è casuale. Significa che l'Ue deve fare un salto di qualità. Lo disse De Gasperi: gli interessi dell'Italia sono quelli dell'Europa, non confliggono. Soprattutto di fronte a questa crisi economica non si può pensare che siano i singoli Stati a elaborare piani per ripartire». Le sue tre idee da realizzare? «Innanzitutto mi batterei per la riforma del bilancio europeo che, attraverso l'emissione di eurobond e l'aumento della dimensione della cassa, consenta grandi investimenti su infrastrutture, ricerca, energie alternative. Secondo: il rafforzamento dell'Ue nell'università, nella cultura e nella ricerca. Una mia proposta è quella di ampliare il progetto Erasmus, per fare in modo che tanti studenti italiani possano studiare in altri Paesi. Terza idea: rafforzare l'Europa sociale. Si potrebbe istituire un fondo dedicato all'inclusione sociale. Ma il mio programma è più vasto, sono anni che mi occupo di questi temi. Comunque è tutto sul mio sito internet (www.robertogualtieri.it). Nel Partito democratico c'è ancora aria di crisi. Qual è l'asticella alle prossime elezioni per evitare l'implosione delle correnti? Il 26-27 per cento? «Non mi sembra che ci siano asticelle. Sono convinto che il Pd avrà un risultato migliore di quello che si pensa. Mi sembra che da qualche mese abbia saputo fare sintesi. Queste elezioni sono importanti e la tendenza di Berlusconi a farne soltanto il referendum sulla sua popolarità impone a tutti i nostri elettori di esserci». Cosa l'ha colpita di più nella sua campagna elettorale? «Sicuramente la dimensione dei problemi e la sofferenza di questa città. Ma anche le sue straordinarie risorse, le esperienze d'eccellenza, le associazioni che si mobilitano per fare tante cose. Sto imparando molto».A. D. M.

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