Pd, Marroni resta al timone
Umberto Marroni resta capogruppo del Pd capitolino. «Confermato» dicono i dalemiani e i rutelliani, «congelato», secondo i veltroniani e i popolari. Dopo una riunione fiume, durata oltre sei ore, e alla presenza del segretario romano, Riccardo Milana, la resa dei conti all'interno del partito si è rinviata a dopo le elezioni europee. Il «caso Marroni» era scoppiato qualche giorno fa, quando il capogruppo capitolino aveva comunicato al sindaco Alemanno il nome del consigliere di amministrazione Acea in quota opposizione: il dalemiano Andrea Péruzy, al posto del paventato Angelo Rughetti di «ispirazione» popolare. Un vero e proprio «blitz» che ha scatenato una durissima lotta interna, con la richiesta della maggioranza dei consiglieri comunali delle dimissioni del loro presidente. Una faida che ha visto contrapporsi le «nuove» alleanze all'interno del Pd: dalemiani, rutelliani e lettiani contro popolari e veltroniani. Una lotta che rischiava però di portare il Pd capitolino al suicidio elettorale. Ha prevalso dunque la linea del buon senso, dovuta anche alla disponibilità di Marroni di rimettere il proprio mandato. Così, dopo una riunione dai toni durissimi, il gruppo ha diffuso una nota in cui si chiarisce che: «il gruppo consiliare ha ribadito all'unanimità la necessità di mantenere il 51% della proprietà di Acea Spa al Comune di Roma e la gestione completamente pubblica del ciclo delle acque. Il capogruppo Umberto Marroni nell'assumersi la piena responsabilità nella vicenda Acea ha dato la disponibilità a rimettere il mandato. Il gruppo consiliare, nel ribadire la necessità di una gestione più collegiale, ha deciso quindi all'unanimità di rinviare la discussione a dopo le elezioni. Il gruppo capitolino del Pd nel riaffermare la necessità di rafforzare la sinergia con il Partito di Roma e i suoi circoli territoriali, ha deciso di dare ulteriore slancio all'azione di opposizione». Sulla vicenda è intervenuto anche Goffredo Bettini: «C'è un tema politico nella vicenda Acea, perché la persona non è in discussione, ma il metodo di scelta sì. Quando si indica una figura così importante come quella di un consigliere dell'Acea, si fa una telefonata al presidente della Provincia e al governatore della Regione, non si può alzare il telefono solo per sentire D'Alema in questo Marroni ha sbagliato. Se avesse fatto il giro di telefonate e se avesse chiesto anche a me, avrei detto che Peruzy andava benissimo - aggiunge - così facendo invece si danneggia il partito». Il nodo comunque resta, ma saranno i risultati elettorali a dare un quadro più chiaro sull'equilibrio delle varie correnti.