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Giggi Zanazzo, la Capitale ritrova il suo poeta romanesco

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Poeta,scrittore, commediografo, Zanazzo è stato tra i fondatori della scuola romanistica e protagonista della vita culturale della sua epoca. In vista dell'approssimarsi del centenario della morte - nel 2011 - del poeta dialettale romano, studioso delle tradizioni della sua città, Giggi Zanazzo (1860 – 1911) il Comune di Roma ha istituito un «Comitato per Giggi Zanazzo» del quale fanno parte l'associazione «Roma e i suoi saperi», studiosi di cultura e storia romana e il presidente della commissione Cultura del Comune, Federico Mollicone. Il Comitato avrà l'obiettivo di far riscoprire alla città uno dei poeti protagonisti della tradizione romana, organizzare i lavori per l'evento del centenario dalla morte e programmare un centro studi permanente dedicato a Giggi Zanazzo. Intanto si comincia con piccoli ma significativi passi verso la sua riscoperta. A cominciare dalla riqualificazione del monumento dedicato al poeta in via dei Delfini 5, in corrispondenza della casa natale del poeta e i lavori di manutenzione della lapide che commemora lo scrittore, all'angolo tra via dei Funari e via dei Delfini, orientata verso la chiesa di Santa Caterina dei Funari. La targa, inaugurata il 31 gennaio 1929, è stata realizzata dallo scultore Amleto Cataldi. Luigi Zanazzo nacque a Roma il 1° gennaio 1860 in via dei Delfini 5, sul limite del Rione Campitelli e morì nell'amata città il 13 Dicembre del 1911. La famiglia proveniva da un paesino del Novarese, ma oriunda veneta, ed il cognome era in origine probabilmente Zani, poi tramutato in Zanazzo. Il poeta frequentò il collegio Poli dei Fratelli delle Scuole Cristiane, diplomandosi in ragioneria. Poeta e prosatore in dialetto romanesco, folclorista, commediografo, fu autore di numerosi lavori teatrali in dialetto. Studioso delle tradizioni del popolo romano e poeta in romanesco, è considerato, insieme con Francesco Sabatini, il padre fondatore della romanistica. Alla sua scuola mossero i primi passi Trilussa e i più bei nomi della poesia dialettale della Roma d'inizio secolo. Dette un'impronta personale a vari giornali dialettali tra cui «il Rugantino» e il «Casandrino» che diresse insieme ad Adolfo Giaquinto. L'opera poetica completa fu pubblicata dal figlio Alfredo in due volumi commentati: «Sonetti e poesie varie”»con prefazione di Sabatini e «Quadri, scene e storie» 1921-1923. Le «Tradizioni popolari romane» furono riunite in quattro volumi. R.C.

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