Palazzo esploso, sfuma la pista del tentato suicidio
Tornanoad essere due le ipotesi al vaglio degli inquirenti coordinati dal pm Francesco Scavo. A dirlo, a tre giorni dalla tragedia costata la vita a due donne, sarebbe la scoperta dei vigili del fuoco tuttora al lavoro tra le macerie. Il rubinetto del gas, dal quale sarebbe partita la fuga, era chiuso. Forse era stata proprio la 72enne domenica mattina a chiuderlo sentendo l'odore di gas oppure la donna in un barlume di lucidità, ha tentato di porvi rimedio, ma ormai troppo tardi? Il tubo del gas, tranciato di netto, sembrerebbe esser stato tagliato più dall'esplosione che non da un gesto volontario. Saranno le indagini di pompieri, agenti del commissariato Spinaceto e polizia scientifica a stabilire come siano andate veramente le cose. Intanto, già in serata, i medici dell'ospedale Cto potrebbero dimettere Cosimo Marano, operato l'altro ieri alla tibia. Difficilmente, tuttavia, potrà partecipare ai funerali della fidanzata Elisa Castoldi morta in seguito all'esplosione. L'ultimo saluto probabilmente già domani nella sua città natale, a Vercelli, lo stesso giorno in cui si celebreranno le esequie di Luisa Verdiglione, altra vittima della tragedia di via Maestrini. La città piemontese, intanto si stringe alla famiglia Castoldi conosciuta e benvoluta. Il padre di Elisa, Verner Castoldi morto tre anni fa, oltre a essere un commerciante di formaggi in un chiosco di piazza Mazzini, era stato uno dei preparatori atletici della squadra di casa, la Pro Vercelli, dove da giovane aveva giocato come portiere.