Campidoglio, Pd nel caos. È ancora tutti contro tutti
È entrata nel vivo la «resa dei conti» delle varie anime del Pd capitolino. Dopo la nomina del dalemiano Andrea Péruzy a consigliere di amministrazione Acea, la maggior parte dei consiglieri capitolini continua a chiedere la testa del capogruppo Umberto Marroni, «reo» di aver comunicato al sindaco il nome del consigliere Acea in quota opposizione senza neanche informare i consiglieri capitolini. Un vero e proprio «blitz» che ha riacceso vecchie ruggini e messo alla prova le nuove alleanze. Rutelliani, dalemiani e lettiani da una parte, popolari e veltroniani dall'altra. Almeno undici dei sedici consiglieri Pd hanno affilato le armi e chiedono, al momento ufficiosamente, le dimissioni del capogruppo. Una goccia, quella del blitz Acea che è caduta su un terreno già fragile. Dopo il «trauma» della sconfitta il Pd capitolino fatica ancora a trovare un'identità unitaria nell'opposizione al maggioranza di centrodestra. I toni del capogruppo sono giudicati da alcuni dei suoi troppo «morbidi» e nei corridoi del Pd capitolino si parla di Marroni come «dell'assessore ombra di Alemanno». Così, ieri, l'ultimo «attacco» sul biotestamento. Molti dei consiglieri comunali avevano lasciato la riunione del gruppo con la decisione di votare compatti alla mozione dei colleghi Azuni e Quadrana a favore del biotestamento. Il voto però non è stato unanime e la mozione bocciata. Ecco allora che se il consigliere Pd, veltroniano doc, Paolo Masini, parla di «sciatteria politica del capogruppo Pd», risponde Marroni: «il gruppo in Campidoglio aveva deciso per la libertà di coscienza»; replica la Cirinnà che rivela: «Avevo lasciato la riunione con la decisione di votare compatti»; e il popolare Policastro: «Il capogruppo avrebbe dovuto informare i consiglieri sulla linea che il gruppo avrebbe dovuto assumere». Tutti contro tutti, insomma. Anche nella riunione fiume del direttivo romano, sono volate parole grosse ed è stato ancora il blitz dell'Acea a tenere banco. Chi dà appoggio al capogruppo invoca un intervento dei «big» nazionali per evitare che i popolari e i veltroniani autoconvochino il gruppo con all'ordine dei lavori la sfiducia al capogruppo. Autoconvocazione sventata in extremis ieri notte, con la convocazione di Marroni dei consiglieri capitolini Pd per domani, alla presenza del segretario romano Riccardo Milana.