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Pigneto, stupratore resta in cella

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Nulla da fare. La Corte, presieduta da Francesco Taurisano, ha deciso di lasciare dietro le sbarre lo straniero, respingendo così l'istanza del legale del romeno, l'avvocato Carlo Scepi. Anche se i giudici avessero accolto la richiesta di Gavrila, l'indagato non avrebbe comunque ottenuto la libertà poiché detenuto anche per la violenza sessuale commessa nei confronti di una ragazzina di 14 anni la sera di San Valentino. Un'accusa ipotizzata anche contro il connazionale Ionut Jean Alexandru, reo confesso dello stupro. Il prossimo passo della magistratura sarà quello di interrogare la prossima settimana i due fidanzatini aggrediti il 14 febbraio al parco della Caffarella per chiarire alcuni aspetti della vicenda in sede di incidente probatorio. Non solo. La procura chiederà anche il giudizio immediato per il romeno per la vicenda del Pigneto. La stessa istanza sarà presentata anche per la violenza sessuale della Caffarella, atto che avverrà subito dopo aver verbalizzato le dichiarazioni dei due ragazzini. Gavrila ha sempre negato di aver commesso lo stupro a villa Gordiani, benché sia risultato positivo al test del Dna. Proprio questo accertamento è stato contestato dall'avvocato Scepi, che ha sottolineato come in realtà non è emersa una coincidenza con il Dna del suo assistito, ma «solo» una compatibilità. Del resto, ha sottolineato il penalista, Gavrila ha confessato la violenza alla Caffarella e quindi avrebbe potuto anche ammettere le sue responsabilità per quanto riguarda quella al Pigneto. Del fascicolo era stata chiesta l'archiviazione, ma dopo l'arresto, avvenuto il 20 marzo scorso, di Alexandru e Gavrila per lo stupro alla Caffarella, le indagini ebbero nuova vita. Alexandru, infatti, il giorno dell'arresto raccontò agli investigatori che un suo connazionale, Gavrila, gli aveva confidato di aver violentato una ragazza italiana sei mesi prima.

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