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Il giorno dopo è sempre peggio perché si è più lucidi

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Eperché si affacciano le domande che non hanno risposta. Nessuno tra gli inquilini del palazzo sventrato dalla fuga di gas in via Carmelo Maestrini 373 a Casal Brunori è riuscito a dormire. Nessuno, nel quartiere a due passi da Mostacciano, ha smesso di sperare nel ritorno alla normalità. Sul versante delle indagini, invece, la procura di Roma ha configurato, ancora contro ignoti, i reati di omicidio colposo e disastro colposo. Il pm Francesco Scavo, titolare degli accertamenti, ha rilasciato ieri il nulla osta per la sepoltura delle due vittime, Elisa Castoldi, 27 anni, e Luisa Verdiglione di 43 anni. Al vaglio del magistrato c'è già la relazione dei vigili del fuoco. Secondo una prima ricostruzione sembra che la fuga di gas, partita dall'appartamento al primo piano, sia stata causata dall'anziana spagnola Catalina Civicos Gonzalez, ancora ricoverata in gravissime condizioni all'ospedale Sant'Eugenio. Un gesto probabilmente dettato dalla depressione, dovuta anche alla recente morte del figlio. Resta comunque in campo anche l'altra ipotesi, cioè che si sia trattato di un incidente. I vigili del fuoco hanno continuato a lavorare nel condominio di via Maestrini. L'ala del palazzo sventrata dall'esplosione dell'altro ieri è «sotto osservazione». Al primo piano della scala A una delle travi è piegata e c'è il rischio che crolli. Nel cortile, dove alle 6,40 di due giorni fa l'esplosione ha sbalzato due donne, Concetta Palombo, che ha riportato alcune fratture, ed Elisa Castoldi, morta sul colpo, ci sono ancora, mischiati ai detriti, tutti gli oggetti che si trovavano nei quattro appartamenti sventrati. Libri, vestiti, scarpe. Si confondono con i pezzi di mattone e di muro che sono venuti giù. Accanto ci sono le macchine distrutte, una ventina al civico 373, e almeno altre venti nei cortili degli edifici vicini, lesionati anche quelli. Il parabrezza di una Smart parcheggiata a trenta metri dallo stabile è stato sfondato da un'inferriata. Gli inquilini sono sconvolti. Alcuni, quelli delle scale B e C, potrebbero tornare nei loro appartamenti ma non si sentono sicuri. La normalità non è ancora a portata di mano. Tanti tornano nelle case, «scortati» dai vigili del fuoco, per portare via ciò che possono. Gli inquilini della scala A sono stati spostati ieri in mini appartamenti del Comune sull'Ardeatina. Gli altri si arrangiano nelle abitazioni dei familiari. L'assessore ai Servizi Sociali Sveva Belviso non li ha lasciati un attimo. Dalla mattina fino alle 4 di pomeriggio (c'era il Consiglio comunale). Ma la sera è tornata di nuovo. Sarà che è cresciuta - politicamente - proprio in quel Municipio, il dodicesimo, fatto sta che s'è data un gran da fare. Non è un caso che gli inquilini gli diano del tu. Lei, senza assistenti, s'è presentata vestita con pantaloni, giacca grigia e scarpe da ginnastica. Non si è fermata un attimo: prima i vigili del fuoco, poi i poliziotti, i carabinieri, la protezione civile. Alla fine i tecnici dell'Italgas. Quasi li assale: «Oggi mettete il gas per gli appartamenti agibili, vero? Dobbiamo tornare alla quotidianità». Ringrazia tutti, soprattutto i pompieri. Li chiama «angeli in divisa». Loro ricambiano con un sorriso e riprendono l'andirivieni per le scale dell'edificio. La Belviso spiega ai residenti cosa fare: consegna le fotocopie del certificato di non agibilità che serve per bloccare il pagamento delle utenze. Anche loro ricambiano con un sorriso. Per un momento s'intravede un briciolo di normalità. Fotoservizio GmT

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