Turisti, l'invasione dei pullman
{{IMG_SX}} Quando poi non si parcheggia direttamente davanti a un bar, un ristorante o altro punto di ristoro per far scendere o salire i turisti bloccando, se necessario, intere strade o quartieri. Ricomincia l'invasione nella Capitale dei pullman turistici che coincide come ogni anno con l'inizio della primavera e il normale aumento delle presenze in città e che ogni volta fa parlare di sé grazie ad una abitudine, niente affatto civile, di sostare dove capita e di ignorare quasi del tutto le aeree di sosta loro adibite. Che per lo più, esempio emblematico quella di via Gregorio VII a due passi da San Pietro, restano vuote. E allora via alla sosta selvaggia dei «bestioni», in attesa di mettere mano ad un nuovo piano dei pullman turistici che dovrebbe finalmente regolamentare il fenomeno (si era parlato, ad esempio, con la precedente giunta di un sistema satellitare che avrebbe dovuto contrastare la sosta selvaggia dei pullman), ma che si rimanda di amministrazione in amministrazione aspettando non si sa bene cosa. Perché quello che è attualmente in vigore è chiaro, ma puntualmente disatteso. Dice che i pullman, a parte pochissime eccezioni, non possono sostare nelle vie di Roma. Dopo aver ottenuto il permesso per l'ingresso in città attraverso itinerari prestabiliti, possono fermarsi in aree autorizzate per scaricare i passeggeri. Poi devono andare in uno dei parcheggi previsti (sosta breve, scambio e prossimità) e solo alla fine tornare per ricaricare i passeggeri e andare via. La realtà è ben diversa ed è fatta di puntuali incolonnamenti sulle strade a ridosso dei principali siti archeologici della città; di soste a motore acceso, di altre che durano anche un paio d'ore davanti a ristoranti e pizzerie.