Zaia difende la porchetta
Una tavola imbadita a festa, salumi, pane e salsicce che facevano da cornice a «sua maestà» la porchetta che il ministro alle Politiche agricole Luca Zaia ha «benedetto» ieri al Palazzo Chigi di Ariccia. «Mangiate pure la porchetta – ha dichiarato Zaia – perché non ha nulla a che fare con la febbre suina, che, anzi, è una delle influenze più leggere delle ultime ondate». Ma Zaia si è spinto anche oltre decretando che adesso è il momento giusto per comprare carne di maiale che si può acquistare a solo 1,1 euro al chilo, quanto il prezzo di un caffè, allora perché non approfittarne? «È il momento per farne grandi scorte e conservarla in occasione di porchettate all'aperto». «Abbiamo scelto Ariccia – ha commentato Zaia – perché città simbolo della carne suina, un comparto nazionale da circa 2 miliardi di euro di cui 36 milioni provenienti dalla città delle fraschette». Zaia ha poi ribadito che le uniche vittime di questa nuova influenza sono gli stessi allevatori di suini. E che proprio la porchetta è particolarmente colpita dal calo delle vendite. Schietta la decisione del ministro di difendere fino in fondo la tracciabilità e l'origine per la porchetta e gli altri prodotti. «Il disegno di legge che ho proposto in Parlamento diventa ora un fatto obbligatorio, non transigeremo più, la carne italiana la difenderemo fino in fondo». A questo proposito Zaia ha ricordato che la domanda per il riconoscimento della porchetta di Ariccia quale prodotto Igp (Indicazione geografica protetta), è stata inviata agli uffici della Commissione europea lo scorso 25 febbraio per la conclusione della procedura prevista. Un appello è stato inoltre lanciato dal sindaco ariccino Emilio Cianfanelli: «L'obbiettivo dell'amministrazione è l'ottenimento della porchetta doc e soprattutto di una filiera di produzione, con allevamenti in Italia e macellazione del fresco vicino al sito di consumo». E Cianfanelli stesso ha presentato il dossier del progetto al ministro prima del taglio della porchetta. A servirla è stato lo stesso Zaia alla presenza del «patron Roberto Cioli» storico produttore che oggi esporta porchetta in tutto il mondo. In ultimo il sommelier ha chiesto al ministro se il vino fosse di suo gradimento e, da intenditore, Zaia ha risposto: «Ottimo, peccato sia caldo».