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«Trastevere è una discarica»

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La raccolta porta a porta a Trastevere non convince i residenti. Ristoratori, commercianti e comitati di quartiere si dividono sulla «rivoluzione dei rifiuti» introdotta nello storico rione lo scorso 16 febbraio. C'è chi auspica un ritorno alla vecchia maniera di gettare l'immondizia, chi storce il naso per l'odore nauseabondo, chi si indigna per i ritardi con cui l'azienda municipalizzata passa a raccogliere, chi si sdegna per gli androni indecorosi e chi lancia innovazioni. Circa tre mesi dopo l'avvio del nuovo sistema di raccolta differenziata non mancano proteste e proposte. Di primo acchito i negozianti si dicono entusiasti della novità, ma subito dopo fioccano le lamentele. Che iniziano a partire dagli opuscoli informativi. È quanto deplora un internet point di viale Trastevere. «Il libretto esplicativo non è chiaro - si lamenta un operatore - E poi c'è troppo cattivo odore in giro. Forse sarebbe meglio ripristinare i cari vecchi cassonetti». Il personale di un ristorante in zona piazza Mastai si lamenta per le carenze del servizio di ritiro dell'immondizia: «Qualche problema lo abbiamo avuto nei giorni festivi, in cui gli operatori Ama non sono molto precisi nel venire a prendere i rifiuti. Per il resto la raccolta funziona». I dipendenti di una pizzeria in viale Trastevere, invece, si dichiarano soddisfatti dell'iniziativa: «Non abbiamo avuto problemi. Tutto si sta svolgendo senza intoppi». Anche un'agenzia immobiliare di viale Trastevere si dichiara soddisfatta: «Per noi l'iniziativa va bene - afferma una dipendente - Buttiamo solo carta e non altro». L'associazione «Gente di Trastevere» fin dall'inizio si è dichiarata scettica sulla novità: «Con la raccolta porta a porta - spiega la presidente Antonella Mancini - i palazzi d'epoca si trasformano in androni maleodoranti». In effetti, ieri, l'ingresso dei Padri Trinitari di San Crisogono, in viale Trastevere 44, era indecoroso, con pile di cartoni appoggiate sopra i cassonetti già ricolmi.

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