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Carne suina, vendite a picco

Un macellaio con pezzi di maiale e prosciutti italiani

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Quattro euro al chilo, ma nessuno la compra. Meglio la carne di vitella, il pollo e anche il manzo, nonostante i prezzi siano più alti. Le macellerie della Capitale cominciano ad accusare il colpo dell'allarme influenza suina. Qualcuno ha affisso dei cartelli fuori dal proprio negozio per assicurare che si tratta di «carne di maiale italiana, garantita». E da giorni rassicura i propri clienti che «non c'è alcun rischio perché i nostri maiali sono perfettamente controllati». «Ma la televisione la vedono tutti e i giornali li leggono in tanti – spiega Roberto di una piccola macelleria in zona Boccea – a forza di parlarne la gente dirotta i consumi su altre carni». Cali delle vendite? «Tanto rispetto a una settimana fa, ma credo che il peggio debba ancora arrivare». Ieri il primo caso accertato a Massa e subito, incalza un macellaio di via Ostiense, «quattro miei clienti di stamattina (l'altroieri ndr) mi hanno detto chiaramente di avere paura, ora, a mangiare carne di maiale e hanno comprato pollo e vitella». I prezzi fino ad un paio di giorni fa tenevano quasi ovunque, ma già da ieri qualche macellaio ha deciso di mettere in offerta la carne di maiale a 4 euro al chilo, rispetto ai 5-6 euro che praticava prima di questo allarme e sulle vetrine di molti esercizi al dettaglio si pubblicizzavano sconti e offerte dietro la garanzia di acquistare un «prodotto sicuro». A fare più paura ai macellai è che si ripeta la psicosi dell'influenza aviaria che solo qualche tempo fa ha fatto letteralmente crollare le vendite e che per alcuni ha significato ingenti perdite di fatturato. Cali anche per la vendita di salumi negli alimentari. In un esercizio di via Gregorio VII dicono che «le vendite del salame sono leggermente diminuite, ma solo da un paio di giorni». Mentre dai frigoriferi di qualche supermercato la carne di maiale comincia a scarseggiare. «Ne abbiamo ordinata meno – confermano dalla DìxDì di piazza Irnerio – per evitare che resti invenduta».

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