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I giovani e la sindrome di peter pan

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Mai giovani del Lazio non escono di sicuro bene dall'ultima ricerca commissionata dalla Regione: l'83% degli under 30 intervistati (il 59% sono studenti universitari, un terzo frequenta le scuole superiori e l'8% non studia) vive ancora in famiglia, il 39% lavora mentre gli altri si dedicano esclusivamente ai libri. Ma, soprattutto, trovare un'occupazione non è considerata una priorità: il 61% non ha mai lavorato in nessun tipo di attività. Emblematiche le conclusioni dell'indagine svolta dall'associazione culturale Teorema: «Il panorama che emerge è di una società che nell'età più ricca di stimoli, quella giovanile, sia costituita da persone "sedute" e famiglia dipendenti, con scarsa propensione all'autonomia e con una limitata conoscenza e voglia di partecipare alla vita pubblica istituzionale». Proprio su quest'ultimo punto, dato che la ricerca è stata sollecitata dalla Pisana, emerge che solo il 15% conosce le iniziative promosse dalla Regione Lazio (ad esempio la Carta Giovani). E poi c'è l'accesso al lavoro. Una selezione in base al merito resta un'utopia. Solo il 22% trova un'occupazione grazie a un concorso. Il 36% preferisce ripiegare sulle «conoscenze dirette». E anche in questo caso il commento migliore lo offre chi ha realizzato la ricerca: «I giovani che appaiono così "moderni" per molti interessi, quando si tratta di trovare lavoro preferiscono i metodi classici della tanto criticata "tribù". Un problema per una società che ha bisogno di dare più valore al merito e di essere più libera da dipendenze di classe o di censo».

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