Mercato immobiliare, presto la ripresa

{{IMG_SX}}La città eterna resta comunque il mercato d'Italia più appetibile per le compravendite e già dal secondo semestre 2009 potrebbe parlarsi di ripresa, grazie a rate dei mutui molto più «leggere». Gli operatori del settore non sono affatto sorpresi: il calo delle compravendite era atteso dopo alcuni anni di trend decisamente favorevole. «Un calo fisiologico – spiega Claudio Parenti, consulente di rete della Tecnocasa che ieri ha presentato un'indagine sul mercato immobiliare a Roma – che preoccupa fino a un certo punto, visto che già dalla seconda parte dell'anno prevediamo una lenta ripresa». A spingerla saranno proprio i tassi di interesse dei mutui in discesa, che dovrebbero invogliare gli acquirenti a comprare. Nel frattempo il mercato immobiliare a Roma è praticamente fermo: chi non ha esigenza di vendere rimanda, chi deve acquistare ridimensiona la disponibilità di spesa a causa della stretta creditizia, i tempi per dare via un appartamento si allungano mediamente di tre-quattro mesi. E i prezzi, un po' ovunque, si abbassano rispetto ad un anno fa. Ad eccezione del centro storico dove si registrano cali medi per tutti gli appartamenti dell'1,2%, quindi piuttosto bassi, nel resto della Capitale siamo tra il -1,9% di Montesacro al -5,7% della zona Cassia-Torrevecchia. Tengono invece l'Eur, soprattutto le strade più residenziali, e l'Aurelio. «I prezzi scendono di più dove c'è un'offerta maggiore, quindi per esempio nei nuovi quartieri – continua Parenti – e anche questo è abbastanza prevedibile. Discorso a parte per i tagli di due camere, quelli più ricercati, che reggono meglio alla crisi e continuano ad avere la richiesta più alta». Cala anche nel 2008 il numero delle compravendite, si passa dalle 34.971 del 2007 alle 30.198 dello scorso anno. Certo oggi chi acquista è più favorito di chi vende «anche se nella capitale – incalza il consulente Tecnocasa – è difficile convincere i proprietari a trattare sul prezzo». La ripresa si attende ora che i mutui dovrebbero diventare ancora più convenienti. Non a caso il ribasso dei tassi ha spinto un 20% in più di acquirenti rispetto ad un anno fa, a chiedere il tasso fisso rispetto al variabile. Cala però la disponibilità di spesa di chi vuole comprare: a trovarsi nelle difficoltà maggiori sono i giovani, le famiglie monoreddito e i lavoratori con contratto a tempo determinato.