"Marino perderà il pronto soccorso"

Ieri il senatore Domenico Gramazio e il consigliere regionale Tommaso Luzzi hanno capeggiato un'occupazione simbolica dell'ospedale S. Giuseppe di Marino. Successivamente a Palazzo Colonna il primo cittadino ha incontrato il Direttore Sanitario dell'Asl RmH per discutere del futuro della struttura ospedaliera. Nuove ed insistenti voci, originate sembrerebbe da una circolare interna emessa dalle dirigenze dell'ospedale di Marino, fanno infatti riferimento alla prossima chiusura del Pronto Soccorso e all'accorpamento dei reparti di otorino-laringoiatra e di chirurgia. Una procedura questa in linea con le direttive dell'attuale Atto aziendale ma che sembrerebbe non valida ora che la carica di Direttore Generale risulta essere vacante. All'occupazione, promossa dal circolo Cis per il Popolo delle Libertà di Santa Maria delle Mole, hanno preso parte decine di cittadini indignati verso il servizio sanitario locale e gli stessi dipendenti dell'ospedale che aspettano da mesi direttive precise sull'organizzazione del lavoro. Del resto la struttura ospedaliera da mesi non funziona come dovrebbe. Alcune prestazioni sono state sospese o frazionate a causa della riduzione e dello spostamento del personale, mentre da tempo il Pronto Soccorso non è in grado di accogliere le emergenze gravi per la mancanza della strumentazione adeguata. «Questo ennesimo incontro con i vertici dell'Asl - ha dichiarato Palozzi - rappresenterà un'ulteriore richiesta di notizie certe con la priorità del pieno ripristino operativo dell'ospedale che continua a sprofondare in una lenta chiusura di fatto». Dal canto suo l'amministrazione comunale è pronta ad intraprendere tutte le strade utili per far rispettare un diritto alienabile come quello dell'assistenza sanitaria. «Ci auguriamo - ha affermato invece il senatore Gramazio durante l'occupazione - che la Regione Lazio risponda positivamente alle richieste avanzate dall'amministrazione dell'Asl RmH affinché sia concessa in deroga l'assunzione di 11 infermieri per garantire almeno i livelli base della struttura ospedaliera in vista di una futura riorganizzazione del servizio sanitario».