Case militari, rischio sfratto
Circa4000 appartamenti, oggi abitati, potrebbero infatti finire in vendita all'asta. A prevederlo è un disegno di legge nei prossimi giorni all'esame del Senato. Con ovvie conseguenze: tante famiglie verranno sfrattate. Oltretutto altrettanti alloggi, ugualmente preziosi per le esigenze delle forze armate, sono vuoti e del tutto inutilizzati. C'è un esempio tutto romano, alla Cecchignola, dove le palazzine destinate ai militari sono inutilizzate almeno per un terzo. La nuova proposta normativa non tiene poi conto che un altro dispositivo è all'esame del Parlamento e contempla misure ben diverse. Oggi è in vigore la legge 244 che prevede come gli attuali utenti abbiano un diritto di opzione. In più, sempre con questa prescrizione, si sta approvando il Regolamento attuativo per le vendite di tali immobili, il cui schema è stato esaminato dal Cocer che, è vero, lo ha respinto, ma è ancora possibile aggiustarlo. Contemporaneamente, è stato presentato alla Commissione Difesa del Senato il Ddl 151 che parte da un assunto che contraddice la legge vigente e lo stesso Regolamento attuativo: gli «abusivi», i senza titolo, non contano più e i loro alloggi dovrebbero andare all'asta senza nessun diritto di opzione e di prelazione. Nelle premesse del nuovo disegno è scritto che «non si può non prendere atto che ormai da lungo tempo i circa quattromila alloggi occupati non sono disponibili e, quindi, funzionali alle esigenze alloggiative del personale militare in servizio», perciò vanno collocati nel mercato, tutelando solo coloro che sono in situazioni economiche particolari o con componenti della famiglia in disabilità. Il 90% delle risorse ricavate andrebbe alla Difesa, cosa buona, utile per l'acquisto di nuovi alloggi e scelta di aree di nuova edificazione grazie anche alla partecipazione della rappresentanza del personale militare. Eppure quei 4000 alloggi ci stanno già, in buona parte a Roma, vuoti, in attesa di residenti, alcuni bisognosi da tempo di manutenzione.