Uir: a Roma ci sarà museo del multimediale
IlMuseo del multimediale, accanto alla banda larga il cui primo cantiere per «cablare» interamente la città partirà a giugno, sono i primi due esempi da cui l'Unione degli Industriali e delle Imprese di Roma vuole partire per sostenere un settore di «eccellenza». Non basta avere nella Capitale un patrimonio di oltre 120 mila lavoratori occupati nel settore multimediale e dell'audiovisivo che conta 4.700 imprese. «Fino ad oggi si sono disperse troppo le forze – spiega il presidente Uir Aurelio Regina che ieri ha invitato il presidente della Regione Piero Marrazzo a partecipare alla riunione di giunta – ma adesso abbiamo un obiettivo comune che è quello di dotare la città di infrastrutture materiali e immateriali con una visione strategica di lungo periodo». Il 2009 sarà un anno importante per il multimediale. È il vice presidente dell'Uir Giampaolo Letta a ricordarlo: «Avremo il passaggio al digitale terrestre in tutta le Regione, l'introduzione della larghissima banda a Roma, la digitalizzazione delle sale cinematografiche e il world economic forum a luglio. Stiamo anche lavorando all'ipotesi di un Museo del multimediale». Annuncio subito accolto da Marrazzo che intende sostenere il progetto Uir con la Regione capofila attraverso la Fondazione dell'audiovisivo. Il mondo delle imprese e quello delle istituzioni insieme anche per uscire dalla crisi. Per Regina «oggi più che mai va risolta la questione dell'accesso al credito per le imprese». Da qui «la collaborazione con il prefetto Pecoraro per far partire l'Osservatorio regionale sul credito che monitorerà la situazione di liquidità verso le imprese». Da Marrazzo, invece, l'impegno per il salvataggio dell'Istituto di Ricerca sulla Biologia Molecolare di Pomezia di proprietà della Merk, che ha annunciato nei mesi scorsi la volontà di dismettere il sito industriale nel quale lavorano circa 200 ricercatori, e di Alitalia Maintenance system, azienda internazionale del comparto manutenzione di motori di aerei, con altri 400 lavoratori che rischiano il posto.