Omicidio Pes, assolto il giardiniere imputato
La sentenza è un colpo di scena. Al caso riaperto a giugno dalla sezione «Cold case» (casi irrisolti) della Squadra mobile diretta da Vittorio Rizzi non è stata messa la parola fine. Ieri il giudice per l'udienza preliminare, Renato Laviola, si è pronunciato al termine del rito abbreviato. Il pubblico ministero Salvatore Vitello aveva chiesto l'ergastolo (presenterà ricorso in appello). Il Gup ha condannato De Pasquale a 8 anni di carcere (è detenuto dal 29 settembre) per aver commesso diciannove rapine, al pagamento di 3 mila euro e all'interdizione dai pubblici uffici. E lo ha dichiarato innocente per il reato di omicidio e per calunnia, di cui era stato accusato dal pm nel corso delle indagini perché Pes durante gli interrogatori tirò in ballo una persona. Il difensore di De Pasquale, l'avvocato Maurizio Riccardi, gongola. Il suo lavoro - dice - è stato evidenziare gli accertamenti giudiziari che non sono stati fatti e l'incertezza di quelli eseguiti. L'avvocato parla di piste investigative che non sarebbero state imboccate. Amicizie pericolose. Durante il processo l'avvocato Riccardi ha parlato delle amicizie femminili della guardia giurata. Donne che incontrava dopo averle conosciute in chat. A una di queste Pasquale Pes confidò di aver trovato un proiettile sul cruscotto della sua auto. Mentre una sua amante rivelò agli investigatori di temere la gelosia dell'ex marito il quale le aveva detto che «avrebbe fatto male a chiunque mi avesse frequentato». Card da clonare. Tra le carte processali è emerso anche il progetto della vittima di clonare carte di credito per far fronte alle sue esigenze economiche. Idea che avrebbe prospettato a un suo collega il quale organizzò un incontro con un sottufficiale della Finanza espoerto di informatica. Riflette l'avvocato Riccardi: «Rilevo che oggi si può essere coinvolti in indagini per reati gravi col rischio di subire un'arroganza investigativa».