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Usura, nel Lazio 70 mila famiglie strozzate dalla crisi

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I commercianti del Lazio si rivolgono agli usurai, segnale evidente della difficoltà sempre maggiore di far quadrare i conti a fine mese. Ma l'usura, purtroppo, non è un fenomeno diffuso solo al livello delle imprese perché ci sarebbero anche 70 mila famiglie nel Lazio che correrebbero lo stesso rischio a causa della stretta creditizia delle banche e di bilanci familiari sempre più in rosso. È il quadro che emerge dall'attività di «Sos Impresa Lazio», l'associazione nata alcuni anni fa proprio per opporsi al racket e alla criminalità organizzata. Ieri la presentazione del rapporto alla presenza dell'assessore regionale alla sicurezza Daniele Fichera che si è detto «preoccupato» per la situazione economica di imprese e famiglie. Un terzo dei commercianti attivi nel Lazio, pari a 26 mila titolari di negozi (un numero prudenziale perché sarebbero ancora in tanti a preferire la via del silenzio, anche se nel Lazio la propensione a denunciare è maggiore del resto d'Italia), avrebbe avuto negli ultimi anni rapporti con il mercato del credito «a nero» del denaro. L'usura si starebbe estendendo anche ad artigiani, professionisti, dipendenti pubblici e pensionati. Per un giro d'affari, solo per il commercio, stimato in non meno di 2,3 miliardi di euro tra interessi pagati ed altre utilità. «Sos impresa Lazio segnala le province di Roma, Latina e Frosinone ai primi posti in quasi tutte le statistiche relative all'usura - spiega Fichera – ciò rende il Lazio una delle regioni più a rischio. La Regione ha fatto tanto per contrastare il fenomeno, ma vuole fare di più. Stanzieremo 1 milione di euro per associazioni già operanti, 2 mln e 500 mila euro per il monitoraggio di attività di frode e 2 milioni a sostegno degli interventi di prevenzione del sovraindebitamento delle famiglie e delle imprese». Ma gli effetti della crisi economica si riflettono anche su altri due dati: l'aumento dei fallimenti d'impresa e dei protesti. Proprio nella Capitale i fallimenti nel 2008 sono pressoché raddoppiati rispetto al 2007 passando da 579 a 1.022 chiusure. Anche i protesti sono in crescita. Aumentano assegni e cambiali «scoperti» che hanno fatto registrare una crescita, da un anno all'altro, del 9% in valore complessivo. Possibile anche stilare un identikit dello strozzino laziale: solitario, di età matura, persona che ruota attorno alle reti usurarie falsamente mutualistiche (società finanziarie) o professionista che si avvale di amicizie in ambienti finanziari e bancari. Preoccupazioni anche da parte dell'assessore alla Lotta all'Usura della Provincia di Roma, Serena Visintin, che parla dell'usura come di un fenomeno «sempre più sommerso, senza denunce e senza colpevoli». «Negli ultimi anni c'è da registrare una caduta verticale delle denunce in Italia (-31,6%) e nel Lazio (-59,3%)».

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