Volontari, guerra del bollo auto
Auto, furgoni, pick-up, ma anche ambulanze e moto mediche. Alla fine dell'anno si tratta di qualche migliaia di euro che, per chi opera esclusivamente su base volontaria, si trasformano in cifre inaccessibili. Ecco allora che le società di riscossione inviano solleciti di pagamento e ordinano il fermo dei mezzi, con il rischio enorme di bloccare un'attività fondamentale come quella del volontariato della Protezione civile. È quanto sta accadendo a Roma e Provincia a decine di associazioni, impegnate ora nell'emergenza terremoto in Abruzzo. «Non abbiamo risorse per pagare anche il bollo dei mezzi di soccorso, già coprire l'assicurazione è un'impresa non da poco per le associazioni che operano su base volontaria - spiega Luciano Trauzzola, presidente Rns Roma - soltanto noi abbiamo due ambulanze, una moto medica che ci ha donato il Comune di Roma, pick-up e altri mezzi per il trasporto di merci, si parla di qualche migliaio di euro all'anno». Un problema, quello del pagamento del bollo auto che riguarda circa 200 mezzi di 140 associazioni di Roma e Provincia, mentre su base regionale, il numeri di raddoppiano. Non si tratta comunque di «cifre blu». Predisporre l'esenzione per circa 400 tra ambulanze, moto mediche, fuoristrada o furgoni adibiti ai soccorsi non sembra un grande sforzo per le casse regionali. A chiederlo in una lunga lettera inviata al governatore del Lazio, Piero Marrazzo, il presidente del Movimento di Volontariato italiano, Vincenzo Fiermonte, al quale si sono unite altre associazioni nazionali, come Anpas e Misericordie. «Chiediamo che sia promulgata con immediatezza la legge per l'abolizione del bollo auto, come previsto dalla legge quadro 266/91 perché tutto questo è vergognoso - ammonisce Fiermonte - e ci costringe a valutare seriamente la possibilità di cambiare sede sociale delle associazioni verso le regioni del centro nord, dove i volontari sono riconosciuti per ciò che meritano».