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Terremoto, la solidarietà di Roma

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Alle 11 Roma, ieri, si è fermata. I negozi hanno abbassato le serrande, fuori qualche bar e ristorante è apparsa una bandiera tricolore a mezza asta listata a lutto. Qualcuno ha spento le luci e abbassato la musica in diffusione. Per qualche minuto uno strano silenzio ha avvolto la città. È in questo modo che gli esercenti romani hanno voluto manifestare la loro solidarietà alle vittime del terremoto dell'Abruzzo. Hanno raccolto l'invito del sindaco Gianni Alemanno e quello di tutte le associazioni di categoria che chiedevano di partecipare in modo simbolico ai funerali di chi è rimasto sepolto sotto le macerie, e alle 11 e un minuto hanno sospeso, chi in parte chi del tutto, la propria attività. «Un gesto doveroso», ripetevano in tanti. «L'unico modo – spiegava un esercente di via del Corso – per mostrare la nostra solidarietà alle vittime di questo terribile evento». Sono così rimaste chiuse attività storiche della Capitale come l'Antico Caffé Greco in via Condotti, la strada peraltro dove gli esercenti, in una sorta di veloce tam tam, hanno fatto rispettare il lutto più partecipato con tutti i negozi e le attività chiuse. Lo stesso è accaduto anche in via del Corso, via Cola di Rienzo, viale Europa, viale Marconi, via Boccea. Al Ghetto tutti gli esercenti sono usciti dai loro negozi e si sono riuniti a chiacchierare tra loro, solo qualche bar ha continuato a servire i propri clienti senza tuttavia rinunciare ad abbassare almeno parzialmente le serrande. Non si sono risparmiati neanche i supermercati. L'attività di servizio ai clienti è continuata, ma alcuni punti vendita, dopo aver avvertito i clienti con l'altoparlante, hanno osservato un minuto di silenzio in ricordo delle vittime.

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