«Serve un testo interpretativo»
«Ilpiano regolatore non è chiaro. Serve un testo interpretativo per spiegare i punti oscuri». Il direttore del X Municipio, l'architetto Francesco Febbraro, auspica uno strumento che fornisca una «lettura chiarificatrice al Piano, perché quando una norma è ambigua e può essere intepretata si aprono scenari pericolosi». Architetto, quindi il via libera del Consiglio di Stato non basta a riportare certezza sulla materia? «In un certo senso hanno ragione sia il Consiglio di Stato che il Tar. Il primo fa bene a ritenere che con l'approvazione finale del Consiglio comunale il vizio procedurale è ormai superato. Ma non ha torto nemmeno il Tar quando sostiene che sarebbe stato necessario un ulteriore passaggio in Aula per far conoscere ai cittadini le modifiche apportate in conferenza di copianificazione. Questo è il tipico caso in cui alla fine hanno ragione tutti e l'unico che ci rimette è l'imprenditore che deve fare le opere». Un testo interpretativo sarebbe la soluzione giusta? «Spesso quando dirigevo il Dipartimento per l'attuazione degli strumenti urbanistici del Comune mi sono trovato di fronte a norme non chiare che avevano bisogno di un'interpretazione. Bisogna evitare situazioni di questo tipo. Proprio per questo motivo ho proposto all'assessore Corsini di preparare un testo che metta fine a questi problemi». Lei ha scritto un libro dal titolo emblematico: «La macchina inceppata», (edizioni Aracne) in cui sottolinea le inefficienze nella pubblica amministrazione. Quali soluzioni propone per snellire la burocrazia? «Deve cambiare il rapporto tra cittadino e macchina amministrativa. Tra controllato e controllore. Quest'ultimo deve fornire un servizio mentre troppo spesso esercita solo un potere. La soluzione è delegare il servizio ai professionisti del settore». Si spieghi... «Il controllo deve avvenire durante la progettazione e non a priori. L'amministrazione dovrebbe affiancare agli imprenditori i propri professionisti affinché forniscano loro la consulenza necessaria ad evitare gli errori. Consulenze che già oggi avvengono e che dovrebbero essere supervisionate dalla stessa amministrazione. In questo modo, eventuali contenziosi non riguarderebbero più i privati ma si risolverebbero all'interno della pubblica amministrazione».