Europee in vista, valzer in Regione
Elezioni europee, valzer in Regione. Tutto gira intorno a un'unica poltrona: la presidenza del Consiglio del Lazio. Infatti l'attuale numero uno della Pisana, Guido Milana (rutelliano) si candiderà al Parlamento di Strasburgo. Ma non sarà facile trovare il successore. Le possibilità, di cui stanno discutendo i partiti che sostengono Marrazzo, sono tre: assegnare il posto all'Udc, cederlo alla componente popolare del Pd, oppure recuperare il consigliere Marco Di Stefano, ex assessore al Personale. Cominciamo da qui. Ci sono due motivi per cui lo scranno più alto della Pisana potrebbe andare a Di Stefano. Innanzitutto l'ex esponente dell'Udc, passato nel 2005 con la Lista civica Marrazzo e poi col Pd, deve avere ancora una «compensazione» dopo essere stato sostituito in Giunta, pena la prevedibile uscita dallo schieramento. Che sarebbe un danno: Di Stefano, destinato a superare le 20 mila preferenze, tornerebbe con l'Udc privando il centrosinistra di voti «pesanti» (a meno che non si raggiunga col partito centrista un'intesa elettorale). Seconda ragione: i rutelliani contano già su due assessori, Bruno Astorre ai Lavori pubblici e Mario Di Carlo alla Casa, per cui l'operazione «Recupero Di Stefano» sembra destinata a non creare particolari dissapori. Eppure il percorso è a ostacoli. Perché i popolari vorrebbero la presidenza del Consiglio per Simone Gargano, che si è dimesso pochi giorni fa da vicecoordinatore del Pd regionale. Una decisione presa dai popolari dopo l'intervista rilasciata a Repubblica dal segretario del Pd del Lazio Roberto Morassut. Ma nel partito c'è anche chi ritiene che si potrebbe cedere la presidenza del Consiglio all'Udc, per cominciare il percorso politico che potrebbe portare a una vera e propria alleanza per le elezioni regionali del 2010. In questo caso sarebbe già stato indicato Rodolfo Gigli, ex tutto. Altro giro altra corsa. È improbabile che si candidi alle Europee l'assessore all'Istruzione, Silvia Costa. Semplicemente perché la componente popolare sostiene già Gabriele Mori. La Costa potrebbe presentarsi soltanto se fosse capolista. Se ne è discusso, ma quel posto spetta, da tempo, a Goffredo Bettini. C'è poi il caso dell'assessore alle Piccole e Medie Imprese Francesco De Angelis. Doveva candidarsi alla Provincia di Frosinone, poi la strategia è cambiata. Tuttavia, visto che De Angelis è già alla terza legislatura e dunque, come previsto dallo statuto del Pd, non può ricandidarsi alla Regione, l'unica possibilità resta l'Europa. Nel caso fosse eletto, lascerebbe il suo posto in Giunta al capogruppo del Pd, Giuseppe Parroncini, che verrebbe a sua volta sostituito dal consigliere Giovanni Carapella. Ma non è tutto: con le dimissioni di Milana da consigliere, che potrebbero arrivare alcune settimane dopo rispetto a quelle da presidente del Consiglio, otterrebbe un posto alla Pisana Tonino D'Annibale, primo dei non eletti del Pd, attualmente amministratore delegato di Lazio Service spa. Ma D'Annibale rinuncerebbe all'incarico per rimanere al vertice della società regionale. Dunque il testimone passerebbe alla veltroniana Loredana Mezzabotta. Ovviamente ancora è presto per valutare scenari e decisioni. Tuttavia il prossimo «rimpasto» alla Regione sarà l'ultima opportunità per ricostruire un equilibrio politico sempre più a rischio.