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Metro B1 Maxidiscarica a Viterbo

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Leordinanze di custodia cautelare, emesse dal gip di Viterbo su richiesta della Procura, sono state eseguite dai carabinieri del Reparto operativo per la tutela ambientale e della compagnia di Civita Castellana. Secondo quanto accertato nel corso delle indagini, che hanno interessato il Lazio, l'Umbria e la Toscana, i quattro arrestati avevano organizzato in provincia di Viterbo il terminale di un vasto traffico di rifiuti pericolosi e non, che si cocludeva con lo smaltimento di tonnellate di materiale in una discarica abusiva nel Viterbese. Durante le indagini è emerso che anche la società incaricata dei lavori per la costruzione della Linea B1 della Metropolitana di Roma, con la complicità degli indagati, smaltiva i rifiuti provenienti dagli scavi nella discarica non autorizzata, attraverso l'attribuzione di falsi codici di identificazione dei rifiuti. Erano tre i flussi principali del traffico dei rifiuti pericolosi che venivano smaltiti illegalmente in provincia di Viterbo: gli scavi della metropolitana della linea B1 di Roma, le aree inquinate di Lardarello, Empoli, Montelupo Fiorentino e San Giovannila in Toscana, e il consorzio Prataroni di Civita Castellana, incaricato di gestire i fanghi di lavorazione del distretto ceramico locale. A renderlo noto sono stati il capitano Pasquale Starace del Noe e il capitano Emilio Miceli, comandante della compagnia di Civita Castellana. Da Roma, secondo i carabinieri, sarebbero arrivate 406 mila tonnellate di rifiuti pericolosi, costituiti dai fanghi di perforazione, ai quali veniva attribuito un codice identificativo per rifiuti non pericolosi per smaltirli a minor prezzo. «In considerazione dell'estrema rilevanza che l'Amministrazione Comunale di Roma ha sempre ritenuto di attribuire alla materia, il Capitolato Speciale dei lavori di realizzazione della Linea B1 prevede che l'appaltatore svolga tutte le attività che coinvolgono aspetti di rilevanza ambientale nella piena osservanza di tutte le norme e i regolamenti in materia», ha replicato la società Metropolitane di Roma in merito all'indagine della procura di Viterbo su un presunto smaltimento illegale dei rifiuti di scavo della costruenda linea B1 della metro. «Sono quindi strettamente controllate nel pieno rispetto della normativa vigente - ha precisato la società - tutte le attività dell'Appaltatore relativamente agli aspetti di rilascio nell'atmosfera delle polveri, del livello di disturbo ambientale causato dalle fonti sonore, dello smaltimento dei materiali e delle acque provenienti dalle lavorazioni o dagli scavi. Con riferimento allo smaltimento dei materiali provenienti dai cantieri, la Direzione Lavori di Roma Metropolitane ha sempre costantemente verificato, secondo un dettagliato programma di ispezioni, la compiutezza di tutte le operazioni previste dalla legge effettuando ripetuti e sistematici accertamenti sull'attuazione da parte dell'appaltatore delle procedure di gestione ambientale, non rilevando in nessun caso carenze rispetto allo smaltimento dei materiali».

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