Un tesoro in antichità rubate scovato dentro un furgone
Il furgone che guidava era in regola, il resto era tutto rubato. Il cassone di un Iveco Turbo Daily bloccato lunedì scorso sulla via Cassia, nei pressi di Formello a una manciata di chilometri da Roma, era pieno di quadri antichi, di libri del '700, di terrecotte e di arredi sacri rubati. I Carabinieri da tempo tenevano sotto controllo un commerciante di 72 anni della zona, pregiudicato per altri reati. L'altro giorno lo hanno fermato per un controllo e hanno scoperto il piccolo tesoro. Della «collezione» dell'uomo, che è stato fermato per ricettazione, facevano parte anche numerose opere rubate in una chiesa di Capranica, vicino a Viterbo, nel novembre di tre anni fa. Tredici tele del '700 che raffigurano la Via Crucis. In un magazzino della zona di proprietà del pregiudicato i carabinieri hanno scoperto anche altre opere d'arte, ma la maggior parte della merce sequestrata era sul furgone. In tutto sono 30 i quadri con immagini sacre e 180 i testi religiosi antichi recuperati. Nel camioncino erano poi stipate statue, inginocchiatoi, bassorilievi in terracotta, ceramiche e altri quadri più moderni. Le indagini non sono finite, ha detto il capitano Alceo Greco, comandante della Compagnia Roma Cassia. Gli investigatori vogliono capire dove l'uomo fermato abbia preso tutta la merce e a chi l'avrebbe portata. Con i Carabinieri del comando tutela patrimonio culturale si cercherà poi di catalogare e di risalire ai legittimi proprietari di tutti gli oggetti. Per delle opere ritrovate, tante mancano ancora all'appello nonostante gli sforzi investigativi di ritrovarle. E in molti casi si tratta di opere sottratte a chiese e conventi. Uno degli ultimi colpi dei «topi d'arte» risale a due settimane fa quando, approfittando della chiusura per lavori di restauro dalla Cattedrale della diocesi di Porto Santa Rufina, a La Storta, hanno sottratto 200 reliquie tra cui un frammento della Santa Croce e dei santi Ignazio di Loyola. In questo caso il vescovo della duiocesi monsignor Gino Reali, ha decretato una sorta di «scomunica minore» nei confronti degli autori del furto sacrilego.