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Scuole sicure, piano della Regione

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In tutto il Lazio saranno messe in sicurezza 152 scuole, 46 nella sola provincia di Roma. È il maxi piano per l'edilizia scolastica da realizzare grazie ai novanta milioni stanziati dalla Giunta regionale. E se da un lato si è deciso di puntare sull'istruzione, dall'altro l'assessore regionale Silvia Costa ha reso noti i numeri che riguardano la riduzione degli organici: il prossimo anno il taglio in elementari, medie e superiori è di 2.794 docenti (il 7,6 per cento del taglio nazionale), mentre il personale amministrativo potrà contare su 1.338 posti in meno (500 nelle elementari, 1.144 nelle medie e 1.121 nelle superiori) di cui 868 collaboratori scolastici. Un allarme che la Regione lancia al Governo: «Loro hanno scelto di tagliare - ha commentato il presidente Marrazzo, mentre noi continueremo a investire nella scuola». E bisogna anche considerare che il numero degli alunni è in aumento. A Roma, nella sola scuola primaria, gli studenti passeranno da 166.678 a 167.673. Ma andiamo con ordine. Per quanto riguarda l'edilizia scolastica, il grosso dei novanta milioni va alla provincia di Roma con 37 milioni e 575 mila euro. Finanziamento che sarà ripartito sul triennio 2009-2011. Due le scuole del Comune di Roma che potranno beneficiare dei fondi e ristrutturare i propri plessi. Si tratta dell'elementare Pirandello nel XV Municipio e la media Nitti nel XX. Le altre 44 scuole che saranno messe in sicurezza si ripartiscono in tutta la Provincia. Dopo Roma segue Frosinone con 37,5 milioni, Rieti 10 milioni, Latina 8 e Viterbo 7,6. L'assessore ai Lavori pubblici Astorre ha voluto sottolineare come un piano per l'edilizia scolastica di queste dimensioni abbia effetti positivi sull'intera economia: «Investire sulle infrastrutture è una manovra anticiclica in tempi di crisi che rilancia lo sviluppo e produce posti di lavoro. La situazione delle strutture del Lazio è critica e la stiamo affrontando con investimenti massicci. Ci auguriamo entro la fine della legislatura di aver messo in sicurezza centinaia di scuole». Ma se Astorre ieri era ottimista per il futuro, al suo fianco la collega all'Istruzione Silvia Costa, come detto, delineava pericolose ombre per il sistema scolastico laziale. «La cosa più grave - ha detto Costa - è che il ministro Gelmini, dopo aver inserito il maestro unico, aveva detto che le famiglie avrebbero potuto scegliere tra orari diversi. Ma nel Lazio abbiamo una richiesta di 30 o 40 ore che riguarda quasi il 93 per cento delle famiglie, con un taglio di almeno 500 docenti nelle elementari. Così non saremo in grado di mantenere neanche il livello attuale di tempo pieno». Costa ha raffigurato una situazione critica soprattutto nelle medie, dove «la riduzione del personale e dei supplenti porterà grandi difficoltà soprattutto nelle aree metropolitane e nei piccoli plessi», per non parlare dei bidelli, «la cui riduzione avrà riflessi negativi sulla pulizia e la sorveglianza degli istituti».

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