Negozi aperti anche di domenica
{{IMG_SX}}Già da domani i negozi al dettaglio della Capitale potranno restare aperti. E le associazioni di categoria parlano di «compromesso raggiunto», anche se vogliono aspettare un po' per capire se servirà anche a rilanciare i consumi in un momento così critico per il settore. L'ordinanza che regola i nuovi orari di apertura degli esercizi commerciali, presentata ieri dall'assessore al Commercio Davide Bordoni, è immediatamente applicativa e domenica 29 marzo è una delle due domeniche del mese previste in cui i negozianti avranno la facoltà di apertura, insieme alle altre due domeniche di gennaio successive ai saldi. I negozi del centro storico, delle aree adiacenti le basiliche di San Paolo, San Pietro, San Giovanni e nell'intero territorio del Municipio XIII potranno, invece, restare aperti tutte le domeniche dell'anno. Il provvedimento incassa un giudizio piuttosto neutrale dalla Confesercenti di Roma e Provincia, l'associazione che del resto è stata sempre contraria a liberalizzare gli orari degli esercizi al dettaglio. Per Cesare Tirabasso, segretario provinciale area commercio, l'ordinanza è «un compromesso accettabile, visto che Bordoni all'inizio voleva liberalizzare totalmente la materia e noi ci siamo opposti con tutte le forze perché Roma già così è una delle città più aperte d'Europa». Tuttavia si poteva fare meglio, spiega Tirabasso. «Non capiamo ad esempio perché siano state scelte le ultime due domeniche di marzo, mentre non abbiamo nulla da dire sulle due domeniche di gennaio successive ai saldi, così come è stato giusto rispettare le chiusure nei gironi tradizionalmente di festa». La domanda però è: «Può ritenersi un'ordinanza capace anche di rilanciare i consumi?». Secondo l'assessore Bordoni sì, «la società è cambiata e le abitudini anche – spiega – oggi le famiglie scelgono più volentieri la domenica per fare shopping così come per andare a fare la spesa». Non è così, invece, per Tirabasso che punta, piuttosto, alla stesura di un piano del commercio e urbanistico della media e grande distribuzione, ma anche per Roberto Polidori, leader della Federabbigliamento-Confcommercio. «Non è un problema di aperture – risponde - quanto di famiglie che non spendono più perché vivono la crisi ogni giorno». La paura, poi, per Polidori è che «con questa ordinanza si vada via via verso la liberalizzazione totale» e che «il vantaggio netto sia piuttosto per i centri commerciali». I «piccoli» in poche parole, faranno fatica a viverlo come un provvedimento che possa aiutarli ad affrontare la crisi. Al momento, insiste il presidente di Federabbigliamento, «non ci sono state grandi reazioni all'ordinanza da parte della categoria e per questa domenica credo che non saranno in molti ad usufruire della possibilità di apertura se non altro perché dovranno valutare una serie di fattori». Primo tra tutti, costi e disponibilità del personale.